
MADONNA CHE SCAPPA SENZA SPARI, L’AMAREZZA DEI CITTADINI: “TRADIZIONE MUTILATA” (Video)
La città di Sulmona si prepara a vivere un’altra edizione della tradizionale “Madonna che scappa”, uno dei riti pasquali più sentiti e partecipati d’Abruzzo. Tuttavia, quest’anno, una novità ha sollevato discussioni tra i cittadini: il divieto da parte delle autorità locali di far esplodere i tradizionali mortaretti che accompagnano la corsa della Madonna.
Il divieto è stato imposto per motivi di sicurezza, in applicazione di una circolare ministeriale del 2001 che stabilisce un raggio di trenta metri dal sito dello sparatore. Nonostante i tentativi della Confraternita di Santa Maria di Loreto di trovare soluzioni alternative, come la creazione di una zona protetta con recinzione e pareti in legno, la questura ha confermato l’impossibilità di derogare alla normativa.
Questa decisione ha suscitato reazioni tra i cittadini. Alfredo Frattolillo ha espresso il suo disappunto:
“Sono contrario, naturalmente, all’eliminazione dei botti. Essendo una manifestazione folcloristica, credo che sia importante lo sparo dei mortaretti, perché cattura l’attenzione di tutta la gente e non credo che ci sia pericolo alcuno. Difatti, la confraternita giustamente ha detto: “Facciamo una recensione e proteggiamo queste persone in base alla legge del 2017”, ma anche questo è stato regolato. C’è anche un’alternativa che la legge del 2017 contempla: dice che se è una manifestazione folcloristica, c’è la possibilità di sparare i mortaretti. Come mai non si è raggiunto un accordo e hanno inficiato tutta la città nei spari, anche se potevano essere sparati anche normalmente, senza pericolo per alcuni?”
Marco Picini ha sottolineato l’importanza di mantenere intatta la tradizione:
“Ho appreso ieri la notizia e sono rimasto veramente sbigottito e sconcertato per questa decisione, che definisco assolutamente contraria a quelle che sono le tradizioni storiche della città di Sulmona. Ritengo che queste manifestazioni non devono essere intaccate in alcun modo, tenendo conto che chi organizza la manifestazione aveva messo a disposizione tutte le precauzioni possibili per ovviare alla legge del 2017. Per cui non riesco veramente a capire chi ha preso questa decisione, le motivazioni e chi ovviamente non si è opposto a questa soluzione. Mi rendo conto che oggi c’è un commissario che non ha un potere, anche una forza politica per cercare di risolvere il problema. Però è pur vero che Sulmona è ora che si svegli, perché non può essere sottratta a queste cose che danno lustro e onore alla città.”
Infine, Alfredo Di Marcantonio ha commentato amaramente:
“Soro ormai vecchio in questa città e vedo troppe cose inulti. Alle altre parti non succede niente, qui invece hanno addirittura eliminato i botti per la Madonna che scappa in piazza. Facciamo scappare una Madonna silenziosa. Cosa ne ricaviamo, anche i turisti? Mi meraviglio di chi ha preso questa decisione e che figura farà domani.”
Il divieto dei mortaretti, seppur motivato da ragioni di sicurezza, ha quindi sollevato un dibattito sulla necessità di preservare le tradizioni locali e sul ruolo delle autorità nel bilanciare la sicurezza con il rispetto per la cultura e le usanze popolari.
La città di Sulmona, con la sua storia e le sue tradizioni, si trova ora di fronte a una riflessione profonda: come conciliare la necessità di sicurezza con il desiderio di mantenere vive le proprie radici culturali?
In attesa della processione, che si svolgerà come da tradizione nel giorno di Pasqua, domani mattina, la comunità sulmonese continua a interrogarsi su come affrontare questo cambiamento e su come garantire che le tradizioni possano evolversi senza perdere la loro essenza.
Io rivoglio pure i bengala a VS.
Dobbiamo andare via dalla provincia dell’Aquila e vale per tante altre cose. Ci toglieranno tutto.
La butto là come una mezza idea appena venutami in mente; e se registrassimo gli spari e li trasmettiamo con un altoparlante idoneo con gli stessi decibel di uno sparo originale? Piuttosto che rinunciarci…
Ormai L’Aquila ci togli pure gli spari