TRANSIZIONE ENERGETICA E TUTELA DEL PAESAGGIO: L’APPELLO DEI 223 SINDACI, 14 SONO ABRUZZESI
Roma – La transizione energetica non può prescindere dal rispetto del paesaggio e dalla voce dei territori. Questo il messaggio forte e chiaro lanciato da 223 sindaci italiani, riuniti nel gruppo “Sindaci per la transizione energetica”, che hanno presentato in Senato un documento-appello rivolto ai parlamentari e alla cittadinanza. Un’iniziativa che punta a riaffermare il ruolo centrale delle amministrazioni locali nelle scelte legate all’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Tra i firmatari, 14 sindaci abruzzesi, guidati da Angelo Radica, primo cittadino di Tollo, intervenuto direttamente all’evento a Palazzo Madama. Insieme a lui i sindaci di Palmoli, Guilmi, Torre dei Passeri, Carpineto Sinello, Gissi, Monteodorisio, Lentella, Fresagrandinaria, Cupello, Tufillo, San Buono, San Giovanni Lipioni e Carunchio. Una presenza significativa che dimostra quanto il tema sia sentito in Abruzzo, regione fortemente interessata sia dalla questione paesaggistica che da quella energetica.
Nel documento, i sindaci propongono interventi legislativi mirati a restituire alle istituzioni locali un potere reale di programmazione e pianificazione sul proprio territorio, superando l’attuale impostazione centralistica che spesso ignora la conoscenza diretta e la vocazionalità dei luoghi. Al centro dell’appello c’è la richiesta di incentivare gli impianti meno impattanti, a partire da quelli fotovoltaici installati su tetti, aree di parcheggio, infrastrutture, siti contaminati e aree dismesse.
Secondo i dati dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), i 61 GW di energia rinnovabile ancora da raggiungere per centrare gli obiettivi nazionali potrebbero essere ottenuti sfruttando esclusivamente superfici già impermeabilizzate, evitando così il consumo di suolo agricolo e la deturpazione del paesaggio.
“I nostri territori – scrivono i sindaci – non possono continuare a subire passivamente decisioni calate dall’alto, che rischiano di stravolgere l’ambiente e la vita delle comunità locali. La transizione energetica è un passaggio cruciale, ma deve essere democratica, condivisa e rispettosa dei valori costituzionali. Il rinnovato articolo 9 della Costituzione tutela il paesaggio, gli ecosistemi e la biodiversità nell’interesse delle future generazioni: una tutela che non può essere sacrificata sull’altare della fretta o degli interessi economici”.
I primi cittadini chiedono quindi un modello di sviluppo sostenibile, che sappia coniugare la necessità di decarbonizzazione con la valorizzazione dei territori e l’ascolto delle popolazioni. L’obiettivo è chiaro: costruire una transizione energetica che sia davvero giusta, equa e rispettosa del patrimonio naturale e culturale italiano.
L’appello ora è nelle mani della politica nazionale, chiamata a dimostrare se è davvero pronta ad ascoltare i territori o se continuerà a ignorare chi, ogni giorno, amministra in prima linea il futuro delle comunità.
Non sanno gestire e vegliare sulla partecipata Cogesa e vanno in Senato ??????
La transizione energetica comincia da casa propria visto che il governo ha già fatto le sue scelte.
Bisogna ascoltare i cittadini e coinvolgere aziende e imprenditori.