SULMONA, AGGRESSIONE RAZZISTA A UN TUNISINO: INTERROGATORI DI GARANZIA PER SEI TIFOSI DELLA PRO VASTO
È iniziato questa mattina l’interrogatorio di garanzia per sei tifosi della Pro Vasto accusati di aggressione a sfondo razziale nei confronti di un cittadino tunisino, avvenuta il 5 gennaio scorso a Sulmona. I sei, difesi dall’avvocato Fiorenzo Cieri, sono indagati per lesioni aggravate dai futili motivi, minacce, imbrattamento di cose altrui ed accensioni pericolose. La Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto per loro la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Il giudice per le indagini preliminari, Alessandra De Marco, ha ascoltato le dichiarazioni degli indagati prima di decidere se accogliere la richiesta del pubblico ministero.
I fatti risalgono alla sera del 5 gennaio, quando i sei tifosi vastesi, giunti a Sulmona per seguire la propria squadra impegnata in una partita di Eccellenza contro l’Ovidiana Sulmona, hanno aggredito un tunisino intento a spingere un’automobile in panne. Secondo le indagini, il tunisino, che lavora presso un autolavaggio, sarebbe stato accerchiato dai tifosi, che lo avrebbero insultato con epiteti razzisti, per poi colpirlo con calci, pugni e minacciarlo con una spranga, mai utilizzata. L’aggressione è stata fermata solo dall’intervento di un agente di polizia fuori servizio, che a sua volta ha subito lievi ferite. La vittima è stata medicata in ospedale e dimessa con una prognosi di sette giorni.
L’episodio è stato ricostruito grazie alle testimonianze e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che hanno fornito agli investigatori le prove per le accuse. I sei tifosi sono anche coinvolti in altri atti di vandalismo, come il lancio di fumogeni durante la partita e l’imbrattamento di muri nei pressi del casello autostradale di Pratola Peligna. La squadra anticrimine del Commissariato di Sulmona, diretta dal commissario capo Carmine Di Cato, ha avviato le indagini, che hanno portato alla denuncia dei sei tifosi.
Nel corso dell’interrogatorio, gli indagati hanno respinto ogni accusa, sostenendo che il tunisino avrebbe spinto la propria bicicletta contro uno dei pulmini, e che anche loro avrebbero riportato ferite durante il confronto. Ora, sarà il gip a decidere se applicare le misure cautelari richieste dalla Procura.