DENUNCE IN ARRIVO PER GLI ATTIVISTI CHE HANNO SFIDATO IL DIVIETO DELLA QUESTURA (Video)

 

Nuova azione di protesta davanti al cantiere della centrale di compressione che la Snam sta realizzando in Valle Peligna. Nonostante il divieto imposto dalla Questura dell’Aquila, un gruppo di attivisti del Coordinamento per il Clima fuori dal Fossile ha presidiato pacificamente i cancelli del cantiere, violando le disposizioni che imponevano di tenersi a distanza per motivi di sicurezza.

A guidare la protesta Mario Pizzola, portavoce dei comitati cittadini, che insieme ad altri quattro attivisti ha sfidato le forze dell’ordine posizionandosi nel punto espressamente vietato, sostenendo che la loro azione rappresenta un atto di disobbedienza civile contro quella che definiscono l’illegalitĆ  della Snam. Gli ambientalisti si dicono pronti ad assumersi ogni responsabilitĆ , incluso il rischio di essere denunciati e incarcerati, pur di difendere il territorio da un’infrastruttura che ritengono inutile e dannosa.

Secondo gli attivisti, l’opera ĆØ portata avanti da anni in totale assenza di confronto con i cittadini, nell’indifferenza delle istituzioni, accusate di complicitĆ  e silenzio. Il Coordinamento ha più volte denunciato presunte irregolaritĆ  legate alla realizzazione della centrale, presentando esposti alla Procura della Repubblica che, a detta degli attivisti, non avrebbero prodotto alcun effetto. Di fronte a questa situazione, affermano di non avere altra scelta se non sfidare normative considerate anacronistiche, come un regio decreto del 1931 ancora in vigore.

Durante la manifestazione non si ĆØ registrato alcun passaggio di mezzi o operai all’interno del cantiere, che era presidiato da polizia e carabinieri. Gli attivisti sostengono di non aver arrecato intralcio alle attivitĆ , ma che sia stata la stessa Snam a decidere autonomamente di interrompere le operazioni.

La protesta, definita dagli organizzatori pacifica e nonviolenta, rientra in un percorso di mobilitazione che va avanti da oltre 17 anni, e che continuerĆ  – assicurano – finchĆ© sarĆ  possibile esprimere dissenso in un Paese che voglia definirsi democratico.

Nel frattempo, la squadra anticrimine del commissariato ha avviato le procedure per identificare e deferire all’autoritĆ  giudiziaria i manifestanti che hanno violato l’ordinanza del questore.

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