
SULMONA, IN FORZA ITALIA PICCOLI IGNORANTI CRESCONO
di Luigi Liberatore – Non si può restare in silenzio di fronte ad un “affronto”. Anche se impersonale. E nel mio esercizio di giornalista non sono mai arretrato, pagando di persona sì ma senza retrocedere di fronte a fatti, vicende o anche ad espressioni ingiuste o sprezzanti come in questo caso mi sento di rilevare. Oddio la questione sarebbe da asilo infantile per via della età del personaggio, un ragazzotto che da qualche giorno il partito di Forza Italia a Sulmona lo ha nominato coordinatore cittadino dei giovani “forzisti” per candidarlo anche come consigliere alle prossime elezioni amministrative di fine maggio. Chissà cosa deve aver pensato Lorenzo Presutti di questo suo lancio in politica, e in quale delirio di grandezza sia finito per pretendere di sedersi al tavolo del revisionismo storico sulla Resistenza. E’ stato appurato che in alcuni suoi post abbia scritto che il 25 aprile è lutto nazionale, per cui lui non festeggia, e ancora che il 25 aprile sarebbe il giorno in cui i vili si proclamano eroi, tanto da far dire a Salvatore Di Cesare, ex consigliere comunale di Sulmona, e candidato pure lui alle prossime amministrative: “Il 25 aprile non si infanga”. Al momento è l’unica voce che si sia levata a Sulmona rispetto alle scorribande verbali del “giovin” Lorenzo Presutti, ed è grave per una città che ha contato morti e che vanta tra i suoi figli Gilberto Malvestuto, ufficiale della brigata Maiella che all’alba del 21 aprile del 1945, entrò a Bologna alla testa dei suoi fucilieri. Spero che altre voci si aggiungano a quella di Salvatore Di Cesare. Intanto io voglio “liberarmi” subito del ventiduenne coordinatore dei giovani di Forza Italia con i quali penso che divida ancora il grembiule e il bavaglino, ma non sprecare tempo a ricordare una storia scritta con il sangue perché l’Italia potesse avere questa Costituzioneantifascista. Voglio solo dire al ragazzotto che il 25 aprile del 1945 nel Comune di Ceregnano del Polesine, un reparto di militari tedeschi, sulla presunta morte di un soldato nazista, uccise una ventina di persone in località Villadose; durante il rastrellamento un ragazzo ventenne tentò la fuga ma fu mitragliato. Ecco un motivo, uno dei tanti che ha costellato il tragico seppur controverso segmento storico della Resistenza, per cui il 25 aprile non è la data in cui i vili si proclamano eroi. Nessuno obbliga nessuno a festeggiare, ecco ancora il valore del 25 aprile. Bisogna leggere, studiare. Dopo l’asilo, s’intende.
Egregio Ove, ribadisco ancora una volta che i commenti vanno firmati con nome e cognome, altrimenti il suo intervento sarà cancellato
Non sono soltanto i giovani a dimenticare la storia, sono anche gli adulti. Durante queste vacanze pasquali dobbiamo ricordare che gli uomini scelsero Barabba al posto di Gesù di Nazareth nel giorno della liberazione di un prigioniero.
Fargli fare un lezione di storia e magari portalo a Pietransieri.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano nell’ordine:
I suoi Nonni;
I suoi genitori;
I suoi professori di storia, e soprattutto I DIRIGENTI DEL SUO PARTITO!
(NON)Beata e sconfortante ignoranza
Il 25 aprile non è una festa ma una pietra miliare nella storia della Repubblica Italiana e della lotta al nazi-fascismo e ricordo a tutti e, soprattutto al giovin Signore, che l’apologia del fascismo in Italia è REATO punibile, secondo la legge vigente, con una pena da 18 mesi a 4 anni di reclusione. Non ci si può candidare se non si rispettano le leggi.