INTESTA IL LIBRETTO DEI SUOI RISPARMI ANCHE ALLA SORELLA PRIMA DI UNA DELICATA OPERAZIONE CHIRURGICA E POI LA SORELLA LA DENUNCIA PERCHE’ VUOLE LA META’ DEI DEPOSITI
Il pubblico ministero ha oggi chiesto la condanna a due anni e due mesi di reclusione di una donna di Pacentro che, secondo la querela della sorella, si era appropriata di una decina di migliaia di euro avendo riscosso il saldo di un libretto di risparmio postale. Monica Cercone, (sorella denunciante), si era anche costituita parte civile. Anna Cercone, (sorella denunciata), di circa 42 anni, è stata rinviata giudizio dopo le indagini svolte da Carabinieri. Le richieste della pubblica accusa si basavano sulla cointestazione del libretto ad entrambe le sorelle, nonché sul fatto che il libretto di deposito era stato aperto dai genitori con somme che avrebbero così voluto destinare ad entrambe le figlie. Tuttavia, durante l’istruttoria è emerso che i genitori erano morti molti anni prima dell’apertura del libretto e che, quindi, dall’aldilà non si poteva bonificare nessuna cifra. Inoltre, la difesa dell’imputata ha insistito molto sulla circostanza che la cointestazione del libretto non vuol dire di per sé che le somme siano state versate da entrambe le parti. Anna Cercone, in sede di esame, ha specificato che aveva inserito il nome della sorella perché era in procinto di affrontare una delicata operazione chirurgica e dall’ufficio postale aveva ricevuto il suggerimento di seguire questa strada, perché non si sa mai…
Fatto sta che la denunciante non ha dato prova di aver conferito, neppure in parte quanto contenuto nel libretto. La giudice, Irene Giamminonni, al termine del lungo dibattimento, che si è protratto per diverse udienze, oggi, poco dopo le ore 16, ha assolto l’imputata per non aver commesso il fatto. Anna Cercone è stata difesa nel procedimento giudiziario dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo
La legge è una cosa, la “fratellanza” tutt’altro. Per legge un libretto postale intestato a due persone sorelle o estranei che siano, prevede che le somme sono al 50% e se le firme sono con pari facoltà, chi ha materialmente il libretto in mano può fare quello che vuole. Nel caso in questione una parte di quella somma era di proprietà della sorella che avendo percezione della gravità della propria salute ha cercato un ‘escamotage per far si che quei risparmi, se le cose fossero andate male sarebbero state di fatto della sorella (se unica erede) ma se tutto fosse rientrato nella normalita’ la sorella salva avrebbe ritirato la sua somma dal libretto. Ma ecco che non facciamo i conti con l’oste e ci capita di scoprire che un parente, quello più importante dopo i genitori, ci tradisce. Peccato, un po’ di esperienza ed un cattivo consiglio da parte di estranei hanno fatto il resto. La legge non sempre segue il cuore, teniamone conto.