PUGLIELLI SINDACO? NEL SEGNO DI CROCE…!
di Luigi Liberatore – Inizio con un retroscena grazioso, non so quanto sia vero, perché laddove c’è la mano laica di Bruno Di Masci è doveroso sospettare e dubitare allo stesso tempo. L’investitura a sindaco di Catia Puglielli è avvenuta in maniera plebiscitaria peraltro ammantata da un singolare voto augurale, questo per dare l’idea della leale fede e della atmosfera mistica che accompagna la sua candidatura. Su un bigliettino finito nelle mani del presidente dell’assemblea c’era il nome di Catia Puglielli e poi la scritta: In hoc signo vinces! Questo il preambolo; suppongo che non si saprà mai chi abbia dato quel voto alla Puglielli e nemmeno che fine abbia fatto il foglietto. Catia Puglielli si deve sentire gratificata da tanta attenzione e soprattutto da tanta fiducia che ripone in lei il cosiddetto terzo polo se qualcuno ha scomodato pure la storia o la leggenda secondo cui il segno della Croce apparve in cielo a Costantino schierato a difesa di ponte Milvio contro Massenzio. La transfuga Puglielli, in fondo, se ne intende di croci in tutti i sensi; si porta dietro politicamente una eredità democristiana, è vicina alla Chiesa ma soprattutto è prossima al dolore e alla sofferenza, vivendo da vicino i tormenti e le tribolazioni della gente col suo tribunale dei malati. È abbastanza vaccinata da poter aggiungere alla sua non residuale esperienza amministrativa anche quella di sindaco perché secondo una mia banale riflessione riesce a coniugare le esigenze della politica, quella che si fa a parole, e l’impegno reale che si fa sporcandosi le mani per affondare nei reali bisogni della gente. Catia Puglielli ha radici nel territorio, ha dimostrato insofferenza alle briglie tanto è vero che ha lasciato l’Udc per non subire il peso del vertice, per questo ha il vantaggio di venire dal popolo e di cercare in esso la legittimazione avendo deciso di non appartenere alle logiche partitiche e di non essere una pedina mossa da altri “giocolieri”. Guardate, ho un debole per i perdenti sulla carta e in questo senso non ho mai provato delusioni particolari in caso di sconfitta. Sono tante le ragioni che mi inducono a pensare che le organizzazioni di partito siano quelle che decideranno del destino di Sulmona, che manderanno cioè truppe inquadrate a gestire il fascino declinante di una città finora gestita male. Un diavoletto, tuttavia mi ispira e mi dice che non sarà tutto così semplice. Siamo in tempi di resurrezione e avverto una atmosfera tale da poter dire che Catia Puglielli rappresenta il terzo polo ma che quel “terzo” possa non essere l’ordine finale di arrivo. Perché c’è di mezzo la Croce e quella scritta “In hoc signo vinces” che potrebbe sparigliare i giochi. Cari lettori, non sono solo i segni emblematici a sorreggere la candidatura di Puglielli: le danno manforte quattro liste bene organizzate e una quinta in “fieri”. Oltre alla Croce. Vi pare poco?
Se “la citta’ è stata finora gestita male” che fa ci facciamo di nuovo del male da soli?
Forza Catia allora.
Non si può gestire una città con avvocati e politici vari .
Ci vogliono amministratori provati ed intraprendenti e sbrigliati.
Nessun candidato fin’ora ha le qualità o esperienza per riuscire.
Mi sa tanto che la sofferenza proseguirà come al solito.
e vai con la croce di Dio..essa Vi illuminerà….per condurre questa città PERSA !!!!!!!!!