PERCHÈ L’USO REGOLARE DI PARACETAMOLO POTREBBE ESSERE RISCHIOSO PER LA SALUTE (Prima parte)
A cura del dott. Maurizio Proietti – Il paracetamolo, noto anche come acetaminofene, è uno dei farmaci più usati al mondo per il trattamento di dolore e febbre. Sebbene sia comunemente disponibile come farmaco da banco e generalmente considerato sicuro, un recente studio ha sollevato preoccupazioni sui potenziali rischi legati al suo consumo regolare, specialmente per determinate categorie di persone, come gli anziani. Questi nuovi dati suggeriscono che un utilizzo eccessivo e prolungato del paracetamolo potrebbe comportare gravi conseguenze per la salute, tra cui danni gastrointestinali, cardiovascolari e renali.
Rischi del Paracetamolo: nuove evidenze
Un importante studio condotto dall’Università di Nottingham su oltre 580.000 persone con più di 65 anni, recentemente pubblicato sulla rivista Arthritis Care and Research, ha evidenziato i rischi associati all’uso regolare del paracetamolo. Sebbene il farmaco sia tradizionalmente utilizzato per alleviare il dolore e abbassare la febbre, i ricercatori hanno trovato che l’assunzione costante di paracetamolo, in particolare tra la popolazione anziana, può incrementare significativamente il rischio di problemi gastrointestinali. L’incidenza di ulcere e sanguinamenti è aumentata del 24%, con un rischio ancora maggiore (36%) di sanguinamenti gastrointestinali inferiori.
Lo studio ha anche messo in luce effetti negativi sul sistema cardiovascolare, con un aumento del 9% nel rischio di insufficienza cardiaca e del 7% nel rischio di ipertensione. Un altro dato preoccupante riguarda la salute renale, con un incremento del 19% nel rischio di malattie renali croniche, particolarmente in soggetti che già presentano una funzionalità renale compromessa, come accade frequentemente con l’invecchiamento.
Come funziona il paracetamolo?
Il paracetamolo è un farmaco analgesico e antipiretico, utilizzato per alleviare diversi tipi di dolore, come mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, dolori articolari, mal di denti e dolori mestruali, oltre che per ridurre la febbre. Sebbene non possieda proprietà antinfiammatorie significative, è spesso prescritto anche per gestire il dolore cronico in condizioni come l’artrite. Agisce principalmente nel sistema nervoso centrale, inibendo la sintesi delle prostaglandine, molecole che mediano il dolore e l’infiammazione. Tuttavia, questo effetto è più selettivo rispetto ad altri analgesici come gli oppioidi o i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), e si concentra principalmente sul cervello e sul midollo spinale, piuttosto che sui tessuti periferici.
La sua azione antipiretica è legata alla capacità di agire sull’ipotalamo, l’area del cervello che regola la temperatura corporea, ristabilendo un equilibrio termico in caso di febbre. Tuttavia, il paracetamolo è metabolizzato principalmente nel fegato, dove alcune delle sue sostanze chimiche possono risultare tossiche in caso di sovradosaggio, con effetti dannosi sul fegato e sui reni.
I pericoli dell’uso prolungato e abusivo
Se da una parte il paracetamolo è efficace e sicuro se assunto nelle dosi raccomandate per brevi periodi, l’abuso o l’uso prolungato possono portare a gravi danni. Uno degli effetti collaterali più gravi è il danno epatico, che può insorgere in seguito a dosi elevate e continue. I sintomi di una tossicità epatica includono nausea, vomito, perdita di appetito, ittero e dolore addominale. Un’altra preoccupazione è la possibilità di danneggiare i reni con un uso eccessivo, portando a complicazioni come insufficienza renale cronica.
Le reazioni allergiche, seppur rare, possono anche verificarsi, e si manifestano con eruzioni cutanee, gonfiore del viso o delle labbra e difficoltà respiratorie. Inoltre, se combinato con altri farmaci, il paracetamolo può interagire e causare effetti indesiderati, rendendo importante la consulenza medica prima dell’assunzione combinata.
Il Paracetamolo tra i giovani e le sfide sui social
A preoccupare ulteriormente sono anche le modalità di consumo del paracetamolo, che nelle ultime settimane hanno preso piede in modo pericoloso tra i giovanissimi, attraverso fenomeni come la “Paracetamolo Challenge” sui social. Questa sfida, che incoraggia i partecipanti a consumare grandi quantità di paracetamolo per provare a “superare” gli altri, rappresenta un abuso estremo e rischioso che può avere effetti devastanti sulla salute. La crescente diffusione di queste sfide mette in evidenza la necessità di un’educazione sanitaria più mirata, per sensibilizzare i giovani sui pericoli legati all’assunzione di farmaci, anche se venduti senza ricetta.
L’alternativa omeopatica al paracetamolo: un approccio sicuro e personalizzato
Il paracetamolo è ampiamente utilizzato come trattamento sicuro ed efficace per dolori lievi e febbre, ma il suo uso prolungato e non controllato, in particolare tra le persone anziane, richiede attenzione e maggiore consapevolezza. È fondamentale rispettare la dose raccomandata: per un adulto, il limite è generalmente di circa due grammi e mezzo al giorno, mentre per i bambini la quantità deve essere nettamente inferiore. In alternativa al paracetamolo, esistono altri farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene e il ketoprofene, che oltre ad avere proprietà antinfiammatorie, sono anche antipiretici, ma anche questi devono essere assunti solo sotto prescrizione medica.
Tuttavia, per chi cerca opzioni più naturali e prive di effetti collaterali gravi, i rimedi omeopatici rappresentano un’interessante alternativa. A differenza dei farmaci tradizionali, i rimedi omeopatici non comportano rischi per il fegato, i reni o il sistema cardiovascolare, rendendoli una scelta sicura, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, come gli anziani o i bambini. L’omeopatia, infatti, offre un approccio personalizzato alla cura, che tiene conto delle specifiche esigenze di ciascun individuo senza sovraccaricare l’organismo con sostanze chimiche potenzialmente dannose.
Bibliografia
Arthritis Care and Research, 2023, University of Nottingham.
Journal of Hepatology, 2020, Paracetamol and liver injury: a systematic review.
The Lancet, 2019, The Cardiovascular Risks of Long-Term Paracetamol Use.
https://acrjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/acr.25471
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