ANNI DI MALTRATTAMENTI ALLA MOGLIE E AI FIGLI: DIVIETO DI AVVICINAMENTO PER PADRE E MARITO VIOLENTO

È scattato il divieto di avvicinamento per un padre e marito accusato di maltrattamenti in famiglia, che per anni avrebbe inflitto violenze fisiche e psicologiche alla moglie e ai tre figli. L’uomo, originario di Popoli Terme, è stato sottoposto ad interrogatorio preventivo, ma le sue dichiarazioni non hanno convinto il giudice per le indagini preliminari Giovanni de Rensis. Il magistrato, nei giorni scorsi, ha emesso una misura cautelare a suo carico, proibendo qualsiasi tipo di avvicinamento alla sua famiglia.

Secondo quanto scritto dal gip, l’indagato è accusato di aver posto in essere un regime di vita vessatorio e insostenibile, a partire dal 1998, anno in cui sarebbero iniziati i maltrattamenti nei confronti della moglie. L’atteggiamento del marito, che ha agito con una “abitualità” preoccupante, ha avuto un forte impatto sulla vita della famiglia, mortificando e ledendo l’integrità fisica e morale della donna e dei figli. Le violenze, che si sono protratte per anni, si sono evolute in modo sempre più grave.

Le dichiarazioni della moglie sono pesanti e dolorose. Sin dal primo periodo del matrimonio, l’uomo avrebbe aggredito la donna con schiaffi, pugni e insulti, con una frequenza di almeno cinque volte al mese. Questi episodi, che inizialmente non lasciavano segni evidenti, sono aumentati con il passare del tempo, diventando sempre più violenti. In particolare, la vittima ha raccontato come il marito le sferrasse pugni alla testa e calci alla pancia, arrivando a umiliarla pesantemente con epiteti vergognosi.

L’uomo non ha risparmiato nemmeno i propri figli. Un comportamento di “padre padrone” ha caratterizzato il suo atteggiamento, riservando una particolare attenzione solo al figlio maschio, che voleva crescere seguendo i suoi stessi modelli, mentre manifestava un odio feroce nei confronti della madre. Il gip ha sottolineato come, tra le molteplici azioni violente, vi fosse il tentativo di “allevare un giovane maltrattatore di donne”. La famiglia, secondo il giudice, era tenuta sotto il giogo di un comportamento incessante e insostenibile, interrotto solo dall’intervento del pm Gennaro Varone.

Un episodio particolarmente grave ha visto coinvolto anche il figlio, che, prendendo le difese del padre durante un’accesa discussione con la madre, l’avrebbe aggredita, cercando di picchiarla e sputandole in faccia. Le dichiarazioni della moglie e della figlia maggiore sono risultate determinanti per il caso, rivelando un quadro familiare caratterizzato dalla violenza e dalla paura.

La donna ha raccontato come abbia vissuto nel terrore per anni, senza mai denunciare la situazione per paura delle ritorsioni. Il marito la minacciava dicendole che avrebbe perso il lavoro e le faceva pressioni affinché non rivelasse nulla, aggiungendo che, se avesse osato fare una denuncia, l’avrebbero picchiata i parenti di lui a Pescara. Un incubo che si è interrotto grazie all’intervento delle autorità competenti.

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