ALBANO (PD): “CENTRO STORICO ABBANDONATO. PROPOSTE PER IL RILANCIO”

“Risulta sconcertante e offensivo il modo con cui l’amministrazione Biondi evita

di gestire il grande tema della rinascita del Centro Storico, minimizzando continuamente le sofferenze di

residenti ed esercizi pubblici. Mentre infatti il cuore della città si desertifica ogni giorno di più, con continui

annunci di chiusura di botteghe e attività commerciali che chiedono conto all’amministrazione delle scelte

sbagliate o, peggio ancora, delle scelte non fatte, il centrodestra resta arroccato sulle proprie posizioni,

affermando che tutto va bene. Il sindaco da addirittura del bugiardo a chi parla di degrado, dichiarando che

per ogni attività che abbassa la saracinesca ne spuntano molte altre come funghi, raccontando una città

che non esiste”.

Così Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila.

“Diciamo la verità, l’amministrazione in questi anni ha ritenuto che per ripopolare il centro fosse sufficiente

organizzare eventi, che avrebbero garantito un flusso costante di presenze, con la malcelata idea che

questo fosse anche un modo per garantirsi il consenso dei commercianti che invece, nel lungo periodo,

hanno pagato sulla propria pelle gli effetti nefasti di scelte miopi”, accusa Albano. “Il primo passo per

risolvere un problema è riconoscere che esiste, è inaccettabile continuare a negare la desertificazione del

centro, smentita solo da chi come Biondi, impegnato a costruirsi un futuro politico, trascorre solo pochi

giorni a settimana in città ed evidentemente non se ne rende conto. Occorre adesso aprire una grande

discussione in città, che coinvolga cittadine e cittadini, le associazioni e i comitati, gli ordini professionali,

l’università e il GSSI, gli esperti ecc. In tal senso, nell’ottica di dare un contributo alla ricerca di soluzioni

concrete, riporto di seguito 5 aspetti che a mio giudizio sono prioritari per restituire vita e impulso al centro

storico”.

LE SCUOLE

“Sulle scuole il sindaco dell’Aquila ha gettato la maschera. Intervenuto alla tavola rotonda “L’Aquila città

universitaria”, dopo anni di ambiguità finalmente abbiamo una parola chiara: le scuole non torneranno in

centro storico per precisa volontà sua e dell’amministrazione di destra. Una scelta inaccettabile motivata

con argomentazioni utili solo a nascondere il fatto che questa giunta è stata pigra ed ha mancato di

programmazione. Riportare alcune scuole in centro è un imperativo. Come si fa a dire che il centro storico

dell’Aquila non è un luogo considerato adatto a ospitare le scuole a fronte dei 16 miliardi di euro che l’Italia

ha speso per la ricostruzione? Nessuno ha mai proposto di ospitare le scuole in edifici storici, bisogna

invece sfruttare le opportunità offerte dalle demolizioni e dalla ricostruzione, in cui, dentro una

pianificazione efficace, si sarebbero potute e si possono ancora fare delle permute per nuove costruzioni

moderne e sicure, in grado di offrire spazi, laboratori e palestre adeguate”, prosegue il capogruppo del Pd.

“Attorno alle scuole ruota la riqualificazione di intere aree urbane in importanti città italiane ed europee,

proprio grazie al fatto che la loro presenza attrae funzioni pubbliche e private in grado di dare impulso alla

residenzialità, alla vita sociale, al commercio.

UFFICI E RESIDENZIALITÁ

Non va meglio neanche per gli uffici pubblici, altro grande aggregatore che contribuirebbe a rivitalizzare il

centro storico: Biondi evoca sempre quelli degli altri – Università, Gssi, Inps, Poste, ecc… – ma non guarda

mai in casa sua, dove il Comune è ancora dislocato in circa 17 sedi diverse, la stragrande maggioranza delle

quali fuori dal perimetro delle mura storiche e di proprietà di privati, infatti l’amministrazione paga ben un

milione di euro l’anno di fitti passivi. Eppure il Comune dispone di un ingente patrimonio immobiliare di

proprietà comunale, al cui interno ci sono ben 102 fra spazi, locali e appartamenti già perfettamente agibili

ma non ancora assegnati e quindi vuoti, derivanti dal meccanismo dell’acquisto equivalente. Si proceda

immediatamente a riportare gli uffici comunali in centro storico. Analogamente, occorre che attorno agli

 

immobili di cui il Comune dispone si sviluppi una strategia che consenta di potenziare politiche per la

residenzialità.

PARCHEGGI E ACCESSIBILITÁ

È evidente che riportare scuole e uffici in centro richiede prima di tutto un’adeguata pianificazione sul tema

parcheggi, tema decisivo rispetto al quale si vive ancora alla giornata”, prosegue Albano, ricordando come

“dopo aver definanziato una serie di progetti ereditati dalla precedente amministrazione, o averli

ridimensionati come quello di Porta Leoni che doveva essere un multipiano ed è diventato un parcheggio a

raso passando da oltre 240 posti a soli 90, o come quello di viale della Croce Rossa che da 400 posti auto è

stato ridotto a soli 150, dopo otto anni siamo ancora alle enunciazioni, mentre la provvisorietà diventa

sempre più permanente. Serve un piano straordinario e strategico per i parcheggi, connesso col piano della

mobilità, che affronti il problema con sguardo lungo e non soltanto per mettere delle “toppe”, tenendo

conto delle caratteristiche urbanistiche e dei flussi di traffico, con l’obiettivo di pedonalizzare

progressivamente il centro storico, consentendone facilmente l’accessibilità che oggi risulta invece

preclusa, specie nella zona di Piazza Duomo.

I SERVIZI AGLI STUDENTI

L’Università dell’Aquila spesso si colloca nelle ultime posizioni delle classifiche nazionali per quel che

riguarda i servizi offerti agli studenti. Eppure per offerta didattica l’ateneo si dimostra sempre molto solido

e competente. Evidentemente ciò che risulta carente è l’impegno dell’amministrazione, che ha la

competenza in materia di servizi. In che modo la città si fa sistema attorno al proprio ateneo? È questa una

priorità per il governo cittadino? L’amministrazione continua stancamente ad affrontare la questione con

risposte ordinarie, ignorando come il centro storico abbia profondamente cambiato, negli anni della

ricostruzione, il proprio rapporto con le realtà della formazione, due delle quali sono sorte proprio alle sue

estremità, il polo di Scienze Umane a San Basilio, nei pressi della Fontana Luminosa e il GSSI, alla villa

Comunale. Nessuna scelta è stata operata alla luce di questo semplice dato di fatto circa la pianificazione

dei servizi, mentre si preferisce utilizzare gli appartamenti ATER di Cansatessa per alloggiare gli studenti e il

Collegio di Merito D’Aragona si è di fatto bloccato. Occorre un piano di potenziamento degli alloggi e

servizi, in primis del trasporto pubblico locale a sostegno degli studenti, da redigere con la collaborazione

dei due atenei, UNIVAQ e GSSI, e il protagonismo dei sindacati universitari.

UN NUOVO BANDO FARE CENTRO

L’unica misura pubblica che in questi anni è stata declinata per aiutare la rinascita del centro storico è stato

il bando Fare Centro del 2017, che ha visto ben 453 beneficiari ammessi a finanziamento. È incomprensibile

il motivo per cui il centrodestra ha deciso di non procedere a un nuovo bando, pur avendo in cassa da anni

47 milioni di euro di fondi RESTART, quelli della ricostruzione sociale ed economica, che avrebbero potuto

aiutare notevolmente le attività economiche del centro, in particolare negli anni in cui sono state oppresse

dagli effetti della pandemia. Eppure la ratio con cui venne istituito il bando era proprio quella di prevederne

ulteriori edizioni, consentendo di ripopolare di esercizi pubblici anche quelle porzioni di centro storico,

prima inagibili, mano a mano che tornavano ad essere fruibili dai cittadini. Adesso sono stati assegnati dal

Governo Nazionale 110 nuovi milioni di euro di fondi RESTART, una parte di questi deve subito essere

messa a disposizione di un nuovo bando, il cui funzionamento e i cui meccanismi di premialità devono

essere discussi e concordati con le attività commerciali e le loro rappresentanze.

“Siamo consapevoli che questi temi non sono sufficienti e che ci sono molte altre priorità, dal nodo cruciale

della sicurezza in centro storico a quello dell’inclusività sociale, passando per la qualità della vita di anziani e

giovani, l'incentivazione e la razionalizzazione del trasporto pubblico (affinché si usi meno l'auto) e quindi la

promozione di mobilità alternativa con parcheggi come hub intermodali dove lasciare l'auto, il

superamento delle barriere architettoniche e molte altre questioni ancora, tuttavia riteniamo che quelli

sopra descritti siano un concreto punto di partenza per invertire la tendenza e arrestare il declino

inesorabile cui il centro storico è ormai esposto e far rinascere il cuore della nostra amata città” conclude il

capogruppo PD.

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