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MARELLI, CONTINUA LA SPOLIAZIONE: PERSI ANCHE I BRACCI OSCILLANTI. I SINDACATI CHIEDONO TAVOLO URGENTE CON REGIONE E STELLANTIS

Nuova mazzata per lo stabilimento Marelli di Sulmona. Dopo i semicorner, già oggetto di insourcing da parte della ex Sevel di Atessa, anche la produzione dei bracci oscillanti è destinata a lasciare la Valle Peligna. Entro la fine del 2025, infatti, i componenti non saranno più realizzati in ghisa a Sulmona ma in lamiera, in uno stabilimento indiano della stessa Marelli, definito “polo dei bracci”. La decisione è stata confermata dai vertici aziendali nel corso di un incontro nazionale con le organizzazioni sindacali, che parlano di un vero e proprio “stillicidio produttivo”.

Secondo i sindacati, la produzione in lamiera dei bracci oscillanti sarebbe assolutamente possibile anche nello stabilimento peligno. Tuttavia, Marelli ha spiegato che l’adeguamento tecnologico necessario avrebbe comportato un costo aggiuntivo che Stellantis, principale committente, non ha voluto assorbire. Di qui la scelta della delocalizzazione in India. A pagarne il prezzo saranno altri 37 lavoratori, che si sommano ai circa 12 già colpiti dall’insourcing dei semicorner.

“Abbiamo più volte chiesto – ricorda la Fiom – di riportare all’interno dello stabilimento di Sulmona le produzioni oggi acquistate all’esterno e poi rivendute alla ex Sevel, ma la risposta dell’azienda è stata evasiva. Non solo: Marelli continua a ribadire che per Sulmona non è immaginabile una vocazione produttiva alternativa a quella per la ex Sevel. Una ripresa, dicono, sarà possibile solo se e quando ex Sevel tornerà a ordinare pezzi a volumi tali da saturare lo stabilimento”.

Un’ipotesi, però, che sembra ormai sempre più remota. La trasformazione dell’impianto di verniciatura dei furgoni Ducato nella fabbrica della Val di Sangro ha già determinato una contrazione irreversibile dei volumi. E se, nei piani aziendali, Sulmona non sarà più destinata neanche alle produzioni per auto, “significa – denunciano i sindacati – che l’auto a Sulmona non la vedremo più”.

Un quadro drammatico che ha spinto le sigle a chiedere con urgenza un tavolo istituzionale presso la Regione Abruzzo, con la partecipazione non solo di Marelli, ma anche di Stellantis. “Di fronte a questo braccio di ferro che passa come un caterpillar sulle vite delle lavoratrici e dei lavoratori – attacca ancora la Fiom – ci chiediamo cosa resti delle rassicurazioni date in sede parlamentare da Stellantis sulla tutela della propria catena di fornitura in Italia, a partire da Marelli. È il momento che entrambe le aziende si assumano le proprie responsabilità e diano risposte concrete sul futuro occupazionale dello stabilimento di Sulmona”.

La richiesta è chiara: un confronto vero, immediato, con tutte le parti in causa. Perché il rischio concreto è quello di un vero e proprio cataclisma sociale in tutta la Valle Peligna.

Un commento su “MARELLI, CONTINUA LA SPOLIAZIONE: PERSI ANCHE I BRACCI OSCILLANTI. I SINDACATI CHIEDONO TAVOLO URGENTE CON REGIONE E STELLANTIS

  • Si ma stiamo parlando di lavoro meccanico di operai di sorpassato valore tecnologico e di non diversa provenienza sociale dei contadini e dei braccianti agricoli. La realtà in cammino che si deve vedere con pragmatismo è che dopo aver delegato il lavoro dei campi è delle stalle che svolgevano i nostri padri ai più economici cittadini afroasiatici del terzo mondo rurale, lo stesso stiamo facendo con le fabbriche a Sulmona i cantieri navali a Monfalcone etc. etc. La verità è questa è le trasformazioni della società non le vogliamo vedere. I concorrenti economici degli operai metalmeccanici ex contadini abruzzesi sono ora i metalmeccanici ex contadini indiani pakistani Bangladesh Nigeria etc.

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