“LE VERGINI DEL COMMISSARIO MALANDRA”, IL NOIR DEL GIORNALISTA FRANCO AVALLONE
Sulmona ospiterà in anteprima la presentazione di “Le Vergini del Commissario Malandra”, il nuovo romanzo di Franco Avallone, un noir dal forte impatto simbolico che intreccia mistero, fede e redenzione. L’evento del prossimo 17 aprile, alle 17.30, nei locali di Spazio Pingue, vedrà la partecipazione dell’autore, affiancato da Simone Gambacorta, giornalista e critico letterario, e Orfeo Pagnani, direttore editoriale di Exòrma Edizioni. Un’occasione unica per immergersi nell’atmosfera enigmatica del romanzo. Il libro sarà disponibile in occasione della presentazione e sarà in tutte le librerie a partire dal 2 maggio prossimo. Era stato freddato da almeno cinque ore. Ucciso con una pistola da qualcuno che gli è arrivato alle spalle. Ha sparato tre volte. A bruciapelo. Quello sciagurato senza faccia è stato abbandonato sotto una creatura rarissima
che tutti davano estinta da milioni di anni.“La Signora in nero ha cambiato casa anche stasera. Accompagnata da poche facce amiche e la marcia fiacca di pallide candele, è uscita da Santa Maria della Tomba nel grigio scuro della notte per nascondersi in fondo a piazza Maggiore, a oriente, dietro il portone della chiesa di San Filippo Neri. L’opera del giornalista sulmonese è incentrata sulle indagini del commissario Malandra, un set tragicomico di inquietanti questurini, camorristi ipocondriaci, fossili viventi, criminali d’oltremare, seduttrici, massoni di provincia, femmine di rinoceronte e alcuni morti ammazzati. Il Venerdì Santo una ragazzina viene trovata morta con lo stiletto argentato sottratto alla statua dell’Addolorata conficcato nel cuore. Durante la processione tra le fila dei confratelli sfilano corrotti, corruttori e poliziotti, colpevoli e peccatori. A ognuno i suoi peccati, e i suoi miracoli. E anche Leo Malandra, lo sbirro abruzzese detto Jîritu (il dito), custodisce il segreto di un prodigio… che non vuole e non può confessare. Una lettura appassionante che sarebbe riduttivo relegare nel “genere”: trascinati dal ritmo delle indagini, scopriamo un romanzo davvero ricco, che incastra nel flusso narrativo digressioni inaspettate e ben architettate, riferite alla cultura popolare, al cinema, alla storia, perfino alla botanica. È un romanzo alimentato da una forte tensione etica e un tenace legame con le tradizioni: racconta il fascino di processioni senza tempo, la bellezza pungente di un’isola dominata da un ciclope di tufo (Ischia), il mistero devozionale di una città di porfido (Sulmona).
che tutti davano estinta da milioni di anni.“La Signora in nero ha cambiato casa anche stasera. Accompagnata da poche facce amiche e la marcia fiacca di pallide candele, è uscita da Santa Maria della Tomba nel grigio scuro della notte per nascondersi in fondo a piazza Maggiore, a oriente, dietro il portone della chiesa di San Filippo Neri. L’opera del giornalista sulmonese è incentrata sulle indagini del commissario Malandra, un set tragicomico di inquietanti questurini, camorristi ipocondriaci, fossili viventi, criminali d’oltremare, seduttrici, massoni di provincia, femmine di rinoceronte e alcuni morti ammazzati. Il Venerdì Santo una ragazzina viene trovata morta con lo stiletto argentato sottratto alla statua dell’Addolorata conficcato nel cuore. Durante la processione tra le fila dei confratelli sfilano corrotti, corruttori e poliziotti, colpevoli e peccatori. A ognuno i suoi peccati, e i suoi miracoli. E anche Leo Malandra, lo sbirro abruzzese detto Jîritu (il dito), custodisce il segreto di un prodigio… che non vuole e non può confessare. Una lettura appassionante che sarebbe riduttivo relegare nel “genere”: trascinati dal ritmo delle indagini, scopriamo un romanzo davvero ricco, che incastra nel flusso narrativo digressioni inaspettate e ben architettate, riferite alla cultura popolare, al cinema, alla storia, perfino alla botanica. È un romanzo alimentato da una forte tensione etica e un tenace legame con le tradizioni: racconta il fascino di processioni senza tempo, la bellezza pungente di un’isola dominata da un ciclope di tufo (Ischia), il mistero devozionale di una città di porfido (Sulmona).