FULVIO DI CARLO: LA PERIFERIA ANDAVA RICOSTRUITA MEGLIO

di Fulvio Di Carlo*
Scendendo giù dalla strada di Roio si vedevano le gru torreggianti sui palazzi in costruzione a due passi dalle mura dell’ Aquila. Al di sotto la costa scendeva a picco verso la ferrovia sottostante. Sotto c’era un muro dal quale sgorgava l’acqua proveniente da Borgo Rivera, su di esso spiccava la scritta: Fabbrica di ghiaccio. I palazzi in costruzione a strapiombo sul baratro , mi facevano impressione e mai e poi mai, pensavo , avrei potuto ipotizzare di andarci a vivere. Erano i pensieri di un ragazzo tredicenne che a quei tempi la professione d’ingegnere era quanto di più lontano potesse esserci tra i suoi desideri.
L’altro giorno scendendo sempre da quella strada, che adesso percorro saltuariamente, a distanza di cinquanta e più anni , ho rivisto quei palazzi ,ricostruiti nello stesso posto nella zona dov’è successa la tragedia della casa dello studente, e ho pensato le stesse cose di quand’ero ragazzo. Avevamo l’occasione di ricostruire in modo decente la nostra periferia e l’immediata periferia e non l’abbiamo fatto, avevamo l’occasione di fare rivivere il centro e l’abbiamo affossato .
*Campione di Rugby

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