SCOPERTA STAMPERIA CLANDESTINA DI MONETE FALSE DA 2 EURO: INDAGATO UN 20ENNE
POGGIO PICENZE – È finito al centro di una vasta inchiesta nazionale sulla falsificazione di valuta un 20enne originario di Poggio Picenze, L.S., ritenuto dagli inquirenti uno degli uomini chiave nella produzione di monete da 2 euro contraffatte. L’indagine, coordinata dalla Procura di Lecce e condotta dai carabinieri del comando antifalsificazione monetaria – sezione criptovalute – ha portato alla scoperta di una sofisticata stamperia clandestina in Puglia, destinata alla produzione e distribuzione su scala internazionale di denaro falso.
Il giovane abruzzese, difeso dall’avvocato Massimo Costantini, sarebbe stato incaricato specificamente del perfezionamento delle tecniche di lavorazione dei metalli, del reperimento di strumentazione specifica come incisori laser, lastre e modelli per la riproduzione fedele delle monete. In particolare, si occupava della falsificazione di pezzi da 2 euro di conio tedesco, recanti l’incisione Einigkeit und Recht und Freiheit (Concordia, giustizia e libertà) e l’aquila federale, elementi che rendono il falso estremamente insidioso per la circolazione monetaria.
Il blitz dei militari è scattato dopo mesi di indagini serrate, che hanno coinvolto anche Europol, la sezione Cyber del nucleo investigativo di Lecce e i comandi provinciali di Lecce, Lodi, Padova e L’Aquila. Nell’operazione sono stati arrestati tre presunti complici: M.M. (25 anni), A.B. (44 anni) e N.P. (27 anni), residenti tra Lido Marini, Lodi e Padova. I reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla produzione e distribuzione di valuta falsa, fino all’autoriciclaggio.
Durante la perquisizione del laboratorio clandestino nel leccese, i carabinieri hanno sequestrato 40.000 euro falsi e apparecchiature ad alta precisione, in grado di generare banconote e monete con qualità tecniche tali da ingannare anche circuiti bancari. Il Nac della Banca d’Italia ha confermato l’elevato livello della contraffazione.
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione criminale operava su canali Telegram dedicati alla compravendita illegale di valuta contraffatta, comprese criptovalute e valute digitali, per un giro d’affari stimato in oltre 180.000 euro, con ramificazioni in Francia, Spagna, Germania, Austria e Belgio. Fondamentali per l’indagine sono state le analisi avanzate sulla blockchain, che hanno permesso di risalire agli acquirenti e ai distributori, deanonimizzando i pagamenti.
Curioso l’elemento che ha contribuito a incastrare uno degli indagati: l’uomo avrebbe lasciato una recensione su TripAdvisor con lo stesso nickname usato nelle chat criptate per vendere valuta falsa, permettendo così di collegare l’identità digitale a quella reale.
L’inchiesta resta aperta e il ventenne di Poggio Picenze, pur non destinatario di misura cautelare, risulta ora formalmente indagato. L’attenzione resta alta sulle ramificazioni locali dell’organizzazione e sull’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.