MINACCIA UN CONOSCENTE CON UNA SCACCIACANI: CONDANNA CONFERMATA IN APPELLO
Una minaccia tanto grave da scatenare nella vittima un profondo stato d’ansia e portare a un processo conclusosi con una condanna definitiva in secondo grado. È quanto accaduto a Edoardo Petrella, 47enne di Pratola Peligna, che dovrà scontare un anno e cinque giorni di reclusione per aver puntato una pistola — poi risultata essere una scacciacani — al volto di un conoscente, pronunciando la frase: “Ora ti uccido”.
I fatti risalgono al 10 luglio 2018. Quel giorno, secondo l’accusa, Petrella avrebbe affrontato la persona offesa in un contesto di tensione personale e, impugnando l’arma, l’avrebbe minacciata di morte. Il gesto, seppur compiuto con una pistola non in grado di sparare proiettili veri, è stato ritenuto dai giudici idoneo a incutere terrore, tanto che la vittima ha deciso di sporgere querela.
Il Tribunale di Sulmona aveva già condannato l’uomo per il reato di minaccia aggravata. La sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila che ha disposto, oltre alla pena detentiva, anche il pagamento delle spese processuali e il risarcimento dei danni, che verranno quantificati in sede civile.
Nonostante il sequestro della scacciacani da parte dei carabinieri abbia escluso l’uso di un’arma da fuoco vera, la condanna è rimasta inalterata per via della gravità del gesto. L’avvocato difensore, Pietro Autiero, ha annunciato ricorso in Cassazione. La parte offesa è stata assistita dall’avvocata Antonietta Pace.