ANIMALI TRA IL FANGO E LA FAME: BUFERA SU UN’AZIENDA DI ROIO, ATTIVISTI CHIEDONO SEQUESTRO IMMEDIATO
ROIO (L’AQUILA) – È esploso a livello nazionale il caso dell’azienda agricola di Roio, frazione dell’Aquila, denunciata per gravi episodi di maltrattamento animale. A portare alla luce la vicenda è stato il Coordinamento Associazioni Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente, che nei giorni scorsi ha diffuso immagini e testimonianze definite «un orrore», con animali «lasciati a morire, senza cibo e immersi nel fango».
La situazione è precipitata nella giornata del 6 aprile, quando sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri forestali e agenti della Guardia Agroforestale Italiana, a seguito dell’incursione del noto attivista Enrico Rizzi, accompagnato dai volontari dell’OIPA e dell’associazione “Animali alla Riscossa”. Il sopralluogo segue un primo accesso effettuato già lo scorso 31 marzo, in cui erano state segnalate carcasse di cavalli, cuccioli di cane chiusi da giorni in un rimorchio e animali in evidente stato di sofferenza.
Le immagini di una cavalla agonizzante, trasmesse in diretta da Rizzi sui social, hanno fatto rapidamente il giro del web, suscitando l’indignazione dell’opinione pubblica. Solo dopo molte ore di attesa e grazie alla collaborazione di un maneggio locale, l’animale è stato trasferito in un luogo sicuro.
«Dopo il nostro primo intervento non è cambiato nulla», ha denunciato l’associazione “Animali alla Riscossa”. «La situazione è rimasta invariata nonostante le ripetute segnalazioni». Ora le principali associazioni animaliste italiane si stanno mobilitando. Enrico Rizzi ha annunciato di aver contattato Nicole Berlusconi e Sonny Richichi, referenti di importanti organizzazioni per la tutela degli animali, che hanno offerto alla Asl veterinaria dell’Aquila la disponibilità immediata a prendersi in custodia giudiziaria diversi animali.
«La Asl non perda altro tempo», ha detto Rizzi. «È stato confermato il reato di maltrattamento e la situazione igienico-sanitaria è gravissima. Si proceda al sequestro dell’intera area e degli animali, per tutelare la salute pubblica e mettere fine a questo scempio. L’allevatore va privato di ogni autorizzazione sanitaria».
Nel frattempo, anche la Procura dell’Aquila è stata informata del caso. Non si escludono provvedimenti nelle prossime ore, né da parte dei carabinieri forestali né della questura.
L’allevatore finito al centro delle accuse, identificato con le iniziali S.S., respinge ogni addebito: «Nessun maltrattamento», ha dichiarato.
Ma intanto, l’Abruzzo e l’Italia intera restano con gli occhi puntati su Roio, in attesa che giustizia venga fatta per gli animali e per una vicenda che ha scosso profondamente la coscienza collettiva.