STRADALE PRATOLA, CASERMA SPACCATA: SALTA LA ROTAZIONE DEGLI AGENTI. SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

Una caserma divisa, un clima interno sempre più teso e un provvedimento atteso che viene improvvisamente sospeso. È il nuovo capitolo dell’intricata vicenda che riguarda la Sottosezione della Polizia Stradale di Pratola Peligna, al centro dell’inchiesta giudiziaria ribattezzata “Furbetti del sonnellino”. Due agenti che avevano condotto le indagini sui colleghi resteranno in servizio nella stessa sede, fianco a fianco con gli undici poliziotti oggi imputati a vario titolo per reati gravi come peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e omissione di atti d’ufficio.

La decisione di non procedere alla rotazione del personale – inizialmente disposta dalla dirigenza provinciale e compartimentale come primo passo per riportare serenità nell’ambiente – è stata bloccata dal Ministero dell’Interno. Una scelta che ha sollevato un’ondata di proteste da parte delle organizzazioni sindacali SIAP e SILP-CGIL, che parlano apertamente di “situazione insostenibile” e “anomalie procedurali preoccupanti”.

I sindacati denunciano che a Pratola Peligna si continua a lavorare in condizioni che definiscono “incompatibili con il benessere lavorativo”, poiché i poliziotti che hanno svolto le indagini sui colleghi sono ancora presenti nello stesso ambiente operativo. Una coesistenza forzata che, secondo le sigle di categoria, mina la serenità e la fiducia all’interno della squadra.

L’inchiesta, avviata nel 2019 e chiusa nel 2022, ha contato su tre anni di intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti, tracciamenti gps e visione di filmati di videosorveglianza. L’accusa sostiene che alcuni agenti avrebbero abbandonato i turni notturni per dormire in auto di servizio o intrattenersi in locali pubblici. C’è anche l’ipotesi di utilizzo improprio dei mezzi della Polizia e il mancato intervento in caso di incidenti o richieste di soccorso. Accuse respinte in fase cautelare, con il Tribunale del Riesame che ha revocato la sospensione dal servizio per dieci degli undici agenti coinvolti.

Ma ora l’attenzione si sposta su un altro fronte: quello del metodo investigativo. Otto posizioni potrebbero essere archiviate, mentre due esposti sono stati presentati alla Procura Generale della Repubblica per valutare l’imparzialità dell’indagine. Secondo SIAP e SILP-CGIL, sarebbero state ignorate regole fondamentali, e “persino ai non addetti ai lavori appare evidente l’anomalia dell’intera vicenda”.

La recente ispezione ministeriale condotta da tre dirigenti superiori avrebbe dovuto fare chiarezza, ma la sospensione del provvedimento di rotazione ha gettato ulteriore benzina sul fuoco. “Avevamo apprezzato il tentativo della dottoressa Daniela Pasqua e del dottor Andrea Mainardi – scrivono i segretari regionali e provinciali – di rimettere ordine in una situazione delicata. È incomprensibile che un altro sindacato abbia ostacolato una scelta tanto opportuna quanto necessaria”.

Nel frattempo, il procedimento giudiziario prosegue. Durante l’udienza preliminare del 27 marzo, sono emerse – secondo le difese – “importanti crepe” nell’impianto accusatorio, con elementi che sembrerebbero dare ragione agli imputati sulla parzialità delle indagini.

Una cosa è certa: in un ambiente di lavoro dove manca la fiducia reciproca e dove gli investigatori continuano a vigilare sugli indagati, è difficile parlare di normalità. “Chi agisce per il bene di tutti non ha nulla da temere – concludono i sindacati – ma è tempo che venga riconosciuto il diritto alla serenità professionale per tutti gli operatori della Polizia Stradale di Pratola Peligna”.

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