L’AQUILA, FIACCOLATA NELLA NOTTE PER RICORDARE LE VITTIME DEL SISMA DEL 2009
Nella notte L’Aquila, si è stretta ancora una volta in un abbraccio collettivo di memoria e dolore, a sedici anni dal devastante terremoto che nel 2009 strappò la vita a 309 persone. Una fiaccolata silenziosa e partecipata ha attraversato le vie del centro storico, partendo come ogni anno dall’ex Casa dello Studente, simbolo della tragedia e delle giovani vite spezzate, per giungere fino al Parco della Memoria in via Francesco Rossi, dove sono stati letti, uno a uno, i nomi delle vittime.
Alla fiaccolata hanno partecipato centinaia di persone, tra familiari delle vittime, cittadini, studenti, autorità civili e religiose. A guidare il corteo c’erano i gonfaloni listati a lutto della città dell’Aquila e di altri comuni colpiti dal sisma. In apertura, l’accensione del braciere della memoria da parte di Carlo Cruciani, carabiniere in servizio la notte del sisma, ha rappresentato un gesto carico di significato: quell’uomo che all’epoca rispondeva alle chiamate disperate al 112, oggi continua a portare nel cuore il ricordo di quelle ore drammatiche.

Lungo il percorso, diverse tappe hanno scandito momenti di riflessione. In piazza Duomo, le luci si sono spente lasciando spazio solo al chiarore delle fiaccole e a un profondo silenzio, interrotto solo dalla lettura di alcune testimonianze di sopravvissuti e soccorritori. Un fascio di luce è stato proiettato da Palazzo Margherita verso il cielo, come ponte simbolico tra la città ferita e le anime che non ci sono più.
Alle 3:32, ora esatta della scossa che cambiò per sempre il volto dell’Aquila, le campane hanno suonato a lutto. Una ragazza nata proprio quella notte, oggi sedicenne, ha letto i nomi delle 309 vittime, un momento toccante che ha unito simbolicamente passato e futuro. Subito dopo, un minuto di silenzio ha pervaso la piazza, seguito da un applauso commosso e dalla deposizione di fiori al monumento delle vittime.
Anche quest’anno, la fiaccolata non è stata solo un rito commemorativo, ma un segno della tenacia e della memoria viva degli aquilani, che continuano a ricostruire non solo case, ma soprattutto identità, relazioni e futuro. L’Aquila non dimentica, e nella notte del 6 aprile lo dimostra ancora una volta: con dignità, coraggio e luce.