MARSILIO E IL SUO INCIAMPO COL “BIVACCO DI MANIPOLI”
di Luigi Liberatore – Le cose non avvengono mai per caso, semmai è il caso a delineare le nostre faccende. Guardate, cari lettori, io non ho per nulla giustificato la manifestazione promossa dalla minoranza in seno al consiglio regionale e conclusa con l’occupazione della sede del nostro governo, estremo atto di dissenso nei riguardi del presidente Marsilio per l’aumento delle tasse. Non è piaciuto nemmeno a chi è lontano tempi astrali dalla espressione politica di Marsilio e soci la maniera di osteggiare e contrastare la loro politica con occupazioni e bandiere al vento, vedere violati “militarmente” gli scranni che dovrebbero rappresentare l’esercizio verbale della democrazia. L’evento ha umiliato la sinistra più che avvicinarla agli elettori perché ha poi permesso al presidente della Giunta regionale, appunto il destrorso Marsilio, di potersi rifare con penosi riferimenti storici. Marco Marsilio, passata la giornata di “fermenti” e anche di paura, ha accusato i suoi oppositori di aver evocato con l’occupazione il “Bivacco di manipoli”. I lettori di Reteabruzzo, almeno il drappello resistente al lungo silenzio di questo giornale, sanno che quella fu l’ espressione di Benito Mussolini nel suo primo discorso da presidente del consiglio del Regno d’Italia. Marsilio, nella sua pur circoscitta conoscenza storica di studente, non ha trovato di meglio per accusare la sinistra abruzzese. È caduto, secondo me, non in un lapsus freudiano ma in un inciampo che il padre della psicoanalisi definiva come qualcosa che si vuole fare ma in maniera inconscia e attribuirla poi ad altri. Il bivacco di manipoli, cioè l’occupazione senza esordi, è il sogno anche del post fascismo come eredità cui questa sinistra non ha saputo opporre che un campeggio. Ho sentito Luciano D’Amico, l’ex rettore di una nostra Università, pronunciare parole politiche di recupero a sinistra, salvo poi ad essere fagocitato dall’ala irrazionale e “militare” della sinistra per soggiacere ad essa. La nostra costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo. Bene, la sinistra trovi l’umiltà di rifarsi ad esso col riabbracciare studenti, contadini e operai, e scendere magari laddove si studia e si lavora. L’Abruzzo ha bisogno di questo. La sinistra abruzzese ha bisogno di questo. Mica di farsi prendere in giro da Marco Marsilio che col riferimento al “bivacco di manipoli” vorrebbe accusare la sinistra di un sogno che invece lui culla da meloniano post fascista. Freud c’entra qualcosa? Penso di sì.