L’AQUILA CHE NON VOLA: UN QUARTO DELLE FAMIGLIE SOFFRE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE
Oltre il 25% delle famiglie aquilane stenta A SBARCARE IL LUNARIO. Vive, cioè, al limite della soglia della povertà. Il dato è ufficiale e certificato dall’Istat. E questo dato fa a pugni con la propaganda di alcuni politici locali che parlano di ricchezza diffusa, di migliaia di posti di lavoro, di benessere a più non posso. Il tutto a cavallo della retorica “dell’Aquila che vola”. Lavori sottopagati e precari a più non posso; risultano raddoppiate in 5 anni le persone che chiedono alimenti alle associazioni benefiche (Vincenziane, Caritas Diocesana e parrocchiali, Croce Rossa) che non sanno più dove reperire i beni di prima necessità da distribuire a chi ne ha reale bisogno. Le politiche del posto, a ben vedere, sono appannaggio di parenti, amici e amici degli amici. In più con caratterizzazione di appartenenza ideologica. Tutto legittimo, sia chiaro, ma bisogna prendere in considerazione la formazione del reddito in città per impostare una politica del lavoro seria e quindi di sviluppo vero. Tre sono le principali fonti di reddito nella nostra città: l’edilizia per via della ricostruzione post sisma; L’Università con i suoi 18 mila studenti di cui 16 mila fuori sede (affitti, spese per vivere e per il tempo libero); i giovani finanzieri della Caserma Scuola di Coppito. Il resto è posto fisso. Ci sarebbe da cambiare passo, ma l’impressione è che siamo circondati da gambe corte.
Gios.
Non solo gambe corte ma cervello fuso !!!!
È un problema di quasi tutta l’Italia, ma ignorata dalle istituzioni.
Queste perizie sono inutili e danneggiano il già fragile sistema amministrativo e politico.
L’unica certezza che abbiamo è il totale fallimento sociale ma si continua a parlare e votare.
Si può fare molto dì più e meglio ma è anche meglio ricordare che la cacca viene sempre a galla.