LOMBARDO-RADICE, NUOVO AGGIORNAMENTO DEL PROGETTO MENTRE IL CANTIERE È ANCORA BLOCCATO

Un altro tassello si aggiunge alla lunga e travagliata vicenda della scuola primaria Lombardo-Radice di Sulmona. Il Comune ha affidato all’ingegnere Ettore Di Napoli il servizio di aggiornamento del progetto esecutivo per la demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico, chiuso da otto anni. Un incarico che, almeno sulla carta, dovrebbe sbloccare la situazione, anche se i tempi per la riapertura della scuola restano ancora incerti.

L’aggiornamento del progetto, approvato nell’agosto 2023 e ora da aggiornare con un costo di 2.392,27 euro, rientra nella strategia del Comune per limitare le spese. Di Napoli è lo stesso professionista che aveva redatto il progetto originario, ma i ritardi accumulati hanno già lasciato un segno profondo.

Una lunga serie di ritardi e cambi di rotta
Quella che oggi appare come una scuola dimenticata dal tempo avrebbe dovuto essere riqualificata nel giro di pochi mesi. I lavori, avviati nel 2017 per un semplice miglioramento sismico, hanno subito un brusco stop nel 2018, quando si è deciso di modificare il progetto optando per la demolizione e ricostruzione. Il nulla osta arrivato nel 2019 non è però bastato a evitare un nuovo stallo: tra l’emergenza pandemica e un contenzioso con la ditta appaltatrice, il cantiere si è congelato, lasciando studenti e famiglie nell’incertezza.

Studenti sfrattati e disagi senza fine
Nel frattempo, quasi 500 alunni sono stati trasferiti nella struttura d’emergenza dell’ex Cescot, dove hanno trovato aule di fortuna e una palestra resa disponibile solo dopo anni. La chiusura prolungata ha contribuito a una progressiva diminuzione degli iscritti, mentre le difficoltà burocratiche hanno trasformato la scuola in un simbolo dell’inefficienza amministrativa.

Fondi persi e nodi irrisolti
Tra errori e complicazioni, la vicenda della Lombardo-Radice si è trasformata in un labirinto burocratico. Prima un bando sbagliato, poi il cambio di progetto, hanno comportato la perdita di 1,2 milioni di euro di fondi Cipe e il mancato arrivo di 5 milioni del Pnrr. Per finanziare la demolizione, è stato necessario recuperare 4,5 milioni di euro stanziati dalla giunta Federico anni fa.

L’appalto vinto dalla ditta Andria ha aggiunto ulteriori problemi. Mancavano 400.000 euro per completare l’opera e, dopo un iniziale accordo, l’azienda ha fatto marcia indietro, aprendo un contenzioso che ha bloccato il cantiere. L’ipotesi attualmente in campo è quella di procedere in due fasi: prima la demolizione, poi una nuova gara per la costruzione del plesso unico.

L’attesa infinita di un nuovo inizio
Oggi, la scuola Lombardo-Radice rimane chiusa e dimenticata, intrappolata nei meandri di una burocrazia che procede a passi lenti, talmente lenti che se fosse una studentessa sarebbe ormai “fuori corso” da anni. Gli studenti che avrebbero dovuto frequentare la scuola nel 2017 si avviano ormai verso la maggiore età, senza aver mai avuto la possibilità di tornare tra quei banchi.

L’augurio è che l’ennesimo aggiornamento progettuale possa finalmente portare a una ripartenza reale, permettendo di chiudere questa vicenda e di restituire alla città un nuovo polo scolastico efficiente e sicuro.

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