SULMONA, LA POLITICA È FATTA DI STRACCI. TUTTI GLI STRACCI FINISCONO A DESTRA…
di Luigi Liberatore – E’ Curzio Malaparte, signori. Il titolo l’ho mutuato da una sua graffiante riflessione su Prato, la sua città di nascita, per cui coniò il motto secondo il quale “il mondo è pieno di stracci e tutti i cenci finiscono a Prato”. Se non posso essere accusato di plagio finirò per raccogliere fulmini dalla destra che ha fatto di Sulmona un po’ la Prato per le elezioni comunali di maggio e a scanso di ogni equivoco il termine straccio che io utilizzo sta per pezzo e non disprezzo, in questo caso riferito alla politica e non agli uomini. Fateci caso, sono arrivati da lontano i big di Fratelli d’Italia tra cui Liris e Verdecchia per imporre candidato sindaco e uomini di riferimento, tanto da obbligare parte dell’Udc a fuggire con un parziale sussulto d’orgoglio ferito. Quindi, chi entra e chi esce, pezzi che vengono, parti che emigrano come principio di mobilità esterna. Nessuno pensi, tuttavia, che Fratelli d’Italia siano espressione unitaria perché rappresentano più anime, più stracci cioè di una pezza sebbene di unica tessitura. Guardiamo la mobilità interna. Poteva la destra non coinvolgere l’onnipresente Andrea Gerosolimo che in pubblico viene ritenuto un reietto della politica ma che in privato tutti lo cercano? Fa parte pure lui del canovaccio, al lavoro della lista “Noi moderati” col chiaro riferimento a Marianna Scoccia, moglie e vice presidente del Consiglio regionale. Dicono i soliti conoscitori di assemblee pubbliche e circoli privati che Gerosolimo abbia i tentacoli pure in altre liste di appoggio per cui comincia a delinearsi la strategia di “piazzare” i suoi uomini per narcotizzare, semmai, l’intraprendenza del sindaco. Continuare a comandare senza apparire anche in caso di sconfitta, con l’aggravante di non aver fatto nulla che si ricordi per la città quando era assessore regionale. Sulmona, ovvero la Prato della politica. A rafforzare questa tesi c’e l’approdo sempre a destra di due ex esponenti dell’area di Bruno Di Masci che lavora al cosiddetto terzo polo. Si tratta di Luciano Marinucci e Luigi Santilli che sconosciuti proprio non sono né per colore politico(sinistra) né per pacchetto azionario (voti). Confluiscono entrambi in questa Destra-pattumiera, pardon ammasso di tessuti, dove in un angolino giacciono Forza Italia divisa in due, e poi la Lega la cui sopravvivenza politica è tutta nelle mani della risoluta Roberta Salvati. La tela non è ancora completa, è variopinta ma non definita. Manca ancora qualche sfumatura di grigio…
Ben spiegato la situazione ma ancora nessuno ha la capacità e responsabilità di fare le cose giuste.
Non vedo come si potrà votare per gente incapace di essere e volere, senza piani, progetti e impegni precisi.
Dare spazio e voce a questi frammenti vaganti della vera politica degli anni 80, ci vuol un bel coraggio, siamo riusciti ad esprimere un sottosegretario di stato per le finanze (nove anni), ora non riusciamo nemmeno a eleggere un consigliere provinciale o lì vicino. Cronistoria della politica attuale insalubre e del tutto inutile, non si riesce ancora ad elaborare che così stante le cose, non si và da nessuna parte. E’ stata la sola persona, il sindaco di Prezza, eletta alla regione, che ha provato a contrastato il governo regionale quando sono stati tagliati e depredati i 30 milioni destinati all’ospedale di Sulmona, il resto dei politici locali tutti silenziati.Che dire dei 15 milioni sversati in Santa Rufina per decurtare il tempo Pescara-L’Aquila di 10 minuti, con la stazione esistente di Introdacqua in completo abbandono e degrado, ma senza il meritato taglio dei 10 minuti per la RFI. Tutti tacciono, tra beghe familiar-politiche, pranzi e cene, elezioni plurime nei 5 anni, senza preoccuparsi, a breve, di elezioni e regole per comuni sotto ai 15 mila abitanti….