METAMORFOSI SE LA CANTA, METAMORFOSI SE LA SUONA…

di Luigi Liberatore – Era nelle cose che la lista Metamorfosi non avrebbe trovato partner, o meglio quelle condizioni necessarie per stare in una alleanza politico-amministrativa. Per un motivo banale, cioè che gli attori di quella lista non sanno cosa significa fare e stare in politica, imbevuti di quella freschezza spirituale secondo cui il rinnovamento, in politica, è un po’ come la falce che pareggia ogni erba. Sono partiti così, con la spavalderia che anima lo studente al primo anno di università, con l’intento di fare tabula rasa di uomini e regole, e la pretesa, poi, di poter imporre altre strategie e relegare tutto il resto in coda. Non solo. Anche con un candidato sindaco già bell’e pronto. Non è poco per una lista senza storia né retroterra, cioè senza scuola. Intendiamoci dico senza scuola nel senso politico, ma ho capito pure da quale scuola potessero uscire giusto per inquadrare il loro modo di porsi in questa tornata elettorale per la città di Sulmona: quella che come scuola di pensiero si rifà al solipsismo, una matrice filosofica che esalta l’io come unica risorsa, tipico di chi risolve tutto in se stesso. Ho brutalizzato pure un concetto filosofico e per questo chiedo perdono, comunque perseguendo quella scia Metamorfosi è restata sola. Poteva Nicola Di Ianni, il ragazzo simbolo della lista, stare al tavolo di una trattativa con Bruno di Masci che in politica ha lasciato il segno di sé in Regli e, alla Provincia e a Sulmona di cui è stato sindaco? Ho pensato ad un no pregiudiziale perché se sono due politici a trattare pure si arriva ad un compromesso, ma se uno degli interlocutori si presenta con credenziali da Robespierre il dialogo nemmeno si apre. Ed è successo questo. Nicola Di Ianni e il suo plotoncino hanno preso la loro strada col favore del loro vento rivoluzionario decisi a competere in solitudine ma non a scendere a patti. Sicchè a maggio, Metamorfosi se la canta, Metamorfosi se la suona. Più solipsismo di così…