IL PRESIDENTE MARSILIO È UN PO’ CORIOLANO MA D’ALFONSO È MOLTO MENO ANDREOTTI…
di Luigi Liberatore – Scusate l’affondo storico, ma non ho trovato qualcosa di meglio o di più congruo per titolare questa mia riflessione, anche setacciando nelle mie scarne bisacce culturali. Di più attraente, nulla. Ho provato un sentimento non di disgusto ma di tradimento della prassi politica l’iniziativa presa dal presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Marco Marsilio, di dare mandato all’avvocatura di trasmettere gli atti alla Corte dei Conti relativamente alla condanna inflitta dal Consiglio di Stato alla stessa regione Abruzzo per la vicenda “Euroservizi”. E’ una vicenda che riguarda, quindi, sempre la Regione Abruzzo ma negli anni compresi dal 2015 al 2018, quando era presidente Luciano D’Alfonso, condannata per danno erariale pari a un milione e mezzo da risarcire alla provincia di Aquila in ordine alla gestione della società “Euroservizi”. Bene. Col mandato di Marsilio all’avvocatura dello Stato, il presidente tenta senza mica tanti infingimenti di inchiodare Luciano D’Alfonso a responsabilità contabili per quella vicenda, violando secondo me il mondo della politica in senso generale che all’interno dei suoi meccanismi non può fare a meno di “guarantigie” nell’ espletamento delle funzioni. E’ una mia opinione. Luciano D’Alfonso è uno che non si lascia intimidire e come risposta ha inviato una lettera a Marco Marsilio invitandolo ad autodenunciarsi per aver impegnato l’Abruzzo dal 2020 al 2031 a dare al Napoli calcio circa 24 milioni e mezzo di euro come promozione turistica. Guardate, D’Alfonso ha detto a Marsilio di autodenunciarsi alla Corte dei Conti giusto per pareggiare una ipotesi di responsabilità contabile, per cui ci siamo in ordine alle colpe personali. Quelle eventuali, semmai. Questa vicenda, tuttavia, mi sa di tanta miseria e di scarso spessore politico. Marsilio lo conosciamo, o troppo poco? Dice di essere abruzzese ma confonde i confini coi mari, per cui non è attendibile nemmeno in geografia regionale. In politica è disadorno, riflette la pochezza nazionale ma sa essere, come in questo caso, traditore almeno della prassi politica che un giorno potrebbe coprire lui stesso dei tanti svarioni commessi. Come il politico e generale romano, Coriolano, ma riveduto e corretto, pure ci sta. Luciano D’Alfonso, invece, ha finito per restare vittima della mediocrità di Marsilio. La sua esperienza, e dico pure la sua intelligenza avrebbero dovuto tenerlo lontano dal replicare con quell’invito sul finanziamento alla società Napoli che reca discredito alla città di Castel di Sangro e mette in grave disagio l’attuale presidente della provincia dell’Aquila e sindaco di Castel di Sangro. Non devo dire a D’Alfonso che è la storia a sancire le verità pur se si resta in silenzio. Negli ambienti gli riconoscono qualità andreottiane non senza punte di verità, ma in questa faccenda ha mostrato lontananza dal “maestro”.
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