FERMARE L’AVANZATA DELLE MALATTIE CRONICHE: URGENZA GLOBALE
A cura del dott. Maurizio Proietti – Le malattie non trasmissibili (NCD) rappresentano oggi una delle sfide sanitarie più pressanti a livello globale. Tra i principali fattori di rischio che contribuiscono alla diffusione di queste patologie si annoverano il consumo di tabacco e alcol, l’alimentazione basata su cibi ultra-processati e l’uso di combustibili fossili. Questi elementi sono fortemente influenzati da determinanti commerciali della salute, ovvero strategie industriali volte a massimizzare i profitti a scapito del benessere collettivo. Le grandi multinazionali che traggono enormi guadagni dalla vendita di questi prodotti investono ingenti risorse in attività di lobbying, marketing aggressivo e persino azioni legali intimidatorie per contrastare ogni tentativo di regolamentazione. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che politiche fiscali mirate, come l’aumento delle tasse su tali prodotti, si rivelano strumenti efficaci per scoraggiare i comportamenti dannosi e, al contempo, generare fondi per rafforzare i sistemi sanitari.
Un impegno internazionale per la riduzione della mortalità prematura
Nel 2011, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha adottato una Dichiarazione politica sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, fissando l’ambizioso obiettivo di ridurre del 25% la mortalità prematura dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, patologie respiratorie croniche e diabete entro il 2025. Tuttavia, a distanza di dieci anni, i progressi registrati risultano deludenti: il tasso globale di mortalità prematura è diminuito soltanto dell’1,5%, ben al di sotto delle aspettative. Le NCD continuano a essere la principale causa di morte e disabilità nel mondo, con un impatto devastante: nel 2021, queste malattie sono state responsabili di 17,3 milioni di decessi e quasi l’80% degli anni vissuti con disabilità prima dei 70 anni.
Nel corso degli anni, sono state organizzate tre riunioni di alto livello delle Nazioni Unite dedicate a questa emergenza sanitaria, nel tentativo di elaborare strategie concrete ed efficaci. Tuttavia, nessuna di queste iniziative ha portato a risultati significativi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nessun Paese riuscirà a centrare gli obiettivi prefissati per il 2025, e solo 14 nazioni sono attualmente in linea con il traguardo successivo: ridurre di un terzo la mortalità prematura per NCD entro il 2030, come stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3.4. Il timore diffuso è che anche la quarta riunione di alto livello sulle malattie non trasmissibili, prevista per settembre, non riesca a determinare il cambiamento tanto necessario.
L’importanza di un’azione decisa e tempestiva
Le ragioni per intensificare l’impegno contro le malattie non trasmissibili sono inconfutabili. In primo luogo, il carico sanitario ed economico che queste patologie impongono alla società è enorme e ingiusto. Le stesse malattie individuate come prioritarie nel 2011 continuano a causare l’80% dei decessi prematuri legati alle NCD. I progressi compiuti finora sono stati disomogenei, con i benefici maggiori concentrati nei Paesi ad alto reddito, mentre il peso della mortalità prematura grava in modo sproporzionato sulle nazioni a basso e medio reddito, dove si registra l’86% di tutti i decessi per NCD. Paradossalmente, proprio queste popolazioni offrono le opportunità più significative per interventi di miglioramento.
In secondo luogo, molte di queste malattie sono altamente prevenibili. Ad esempio, secondo le stime, nel 2020 si sarebbero potuti evitare il 68% degli anni di vita persi a causa dei 36 tumori più diffusi, così come l’80% delle morti premature per patologie cardiovascolari, ictus e diabete, che complessivamente hanno comportato la perdita di 208 milioni di anni di vita. I fattori di rischio per le NCD, come l’ipertensione, l’obesità e l’iperglicemia, sono modificabili e spesso si presentano in combinazione. Ciò significa che le malattie non trasmissibili non devono necessariamente continuare a essere le implacabili cause di morte che sono oggi.
Investire nella prevenzione: un’opportunità economica
L’adozione di interventi basati su solide evidenze scientifiche non solo è efficace, ma anche vantaggiosa dal punto di vista economico. L’iniziativa NCD Countdown 2030, sostenuta da The Lancet, NCD Alliance e OMS, ha delineato una serie di misure prioritarie per ridurre la mortalità prematura da NCD di un terzo entro il 2030. Tra queste figurano l’uso di aspirina per i pazienti con sospetta sindrome coronarica acuta, lo screening e il trattamento del tumore cervicale e le politiche per l’eliminazione dei grassi trans dai prodotti alimentari industriali. L’implementazione di questi interventi richiederebbe un investimento annuo di 18 miliardi di dollari fino al 2030, ma potrebbe salvare 39 milioni di vite e generare un rendimento netto di 2,7 trilioni di dollari.
Inoltre, un incremento del 50% delle tasse sui prodotti dannosi per la salute, come tabacco, alcol e bevande zuccherate, potrebbe fruttare 3,7 trilioni di dollari, fondi che potrebbero essere reinvestiti nei sistemi sanitari per rafforzarne la capacità di risposta. Anche programmi innovativi come il China Rural Hypertension Control Project hanno dimostrato che, persino in contesti con risorse limitate, è possibile attuare efficaci strategie di prevenzione.
La necessità di superare le resistenze commerciali
Nonostante queste evidenze, l’azione dei governi rimane insufficiente, un atteggiamento che risulta miope e moralmente ingiustificabile. Il Global Burden of Disease Study ha rilevato che, nel 2019, il 41% di tutti i decessi per NCD – circa 19 milioni di persone – era riconducibile a soli quattro prodotti commerciali: tabacco, alcol, alimenti ultra-processati e combustibili fossili. Le multinazionali che operano in questi settori esercitano una forte influenza per impedire l’adozione di regolamenti più severi, attraverso il finanziamento di campagne di disinformazione e azioni legali contro le restrizioni imposte dai governi.
Ancora oggi, persiste la percezione errata che le malattie non trasmissibili siano il risultato esclusivo di scelte individuali, piuttosto che il frutto di un ambiente costruito per massimizzare il profitto a scapito della salute pubblica. Per invertire questa tendenza e ottenere progressi concreti, è essenziale che la prossima riunione di alto livello sulle NCD riesca a contrastare efficacemente l’influenza negativa delle lobby industriali, altrimenti si rischia di vanificare ogni sforzo per ridurre il carico globale delle malattie croniche.
Riferimenti
https://www.thelancet.com/ncd-countdown-2030
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(23)00013-2/abstract
https://vizhub.healthdata.org/gbd-results/
https://www.saluteinternazionale.info/2025/01/fermare-londata-delle-malattie-croniche/
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