ELEZIONI, FIGORILLI: DARE UNA MANO ALLA CITTA’ PER COSTRUIRE IL MONDO CHE VOGLIAMO
Dall’origine della sua candidatura a sindaco, per il centrosinistra, alla necessità di invertire la tendenza al declino che da qualche tempo segna la città, fino alle modalità della campagna elettorale prossima, ai temi e obiettivi da portare sotto la lente d’ingrandimento degli elettori e al bisogno di generare una nuova classe politica al servizio della città. Il candidato sindaco Angelo Figorilli risponde alle domande di Reteabruzzo.
Come nasce la sua candidatura e cosa l’ha convinta ad accettare di essere candidato sindaco?
Potrei risponderti che mi hanno convinto gli inviti affettuosi e unanimi che una coalizione importante – il centro sinistra largo per intenderci- consapevole degli errori fatti nella precedente esperienza di amministrazione mi ha rivolto impegnandosi solennemente a non ripeterli più. Ma non sarebbe bastato. E ora non ti sembri stravagante quello che ti dico. Negli stessi giorni Trump ci inondava i telefoni con un video sul futuro che immagina per Gaza. Tutti l’avete visto, in quel video che ci ha inorridito c’era sopraffazione, legge più forte, discriminazioni, sberleffo delle regole e della democrazia : l’esatta rappresentazione dell’incubo di mondo che rischiamo di avere se tutti, dovunque, non decidiamo di fare qualcosa per impedirlo. Ognuno per quello che può. E allora ho pensato che anche dare una mano alla mia città poteva essere una risposta, perché anche una elezione comunale può servire ad indicare il mondo che vogliamo, combattere un futuro governato dalla forza, dalla paura e dalla cattiveria, a battersi perché vincano giustizia e gentilezza.
Sulmona città futura evoca un suo passato importante: Radio Città Futura. Sulmona era città più viva con 5 radio, tre TV locali, tante altre attività. Adesso appare città in crisi e in declino, salvo alcune istituzioni e attività che resistono. Come avviare Sulmona fuori dalla crisi e verso una rinascita?
Mi fa piacere che tu fai riferimento a quegli anni. Non eravamo solo noi ragazzi di sinistra ad avere passioni e iniziative ma certo se provo a ricordare ci trovo le radio, i concerti, il tentativo di salvare un cinema, anche inventare un locale forse troppo avanti per l’epoca -me lo ricorda anche il mio amico e compagno di classe Vincenzo dalle colonne del suo solitario pregevole periodico il Vaschione, riconoscendo lui però che almeno non facevamo schiamazzi come fu negli anni successivi- quelli del declino verrebbe da dire. Quello che voglio invece sottolineare è che tutte quelle esperienze, giuste o sbagliate, politiche e culturali le facevamo a vent’anni. Ed è questo il messaggio che vorrei lanciare ai ragazzi di Sulmona oggi, io vi racconto i miei vent’anni, voi raccontatemi i vostri, cerchiamo insieme di capire problemi, disagi, passioni che possiamo confrontare per affrontare il domani di questa città. Perché questo è il tema cruciale, il tema dell’andare via, del restare e del tornare. Non si può né si deve chiedere ai ragazzi di non cercare la loro strada nel mondo. Quello che dobbiamo provare a costruire é una città che sappia accogliere e riaccogliere tutti in qualunque punto della loro vita. Sapere di poter tornare in un posto che per i servizi e per la qualità delle cose che offre non sia fermo nel tempo ma connesso con il mondo.
Come sarà impostata la sua campagna elettorale, su quali temi ed obiettivi?
Intanto rassicurare che stavolta la coalizione che mi sostiene è vincolata a un patto semplice ma solenne: restare uniti perché -l’ho già detto- ripetere gli errori che tutti hanno compiuto nella passata esperienza non solo sarebbe devastante per loro e per la città ma determinerebbe all’istante il venir meno della ragione del mio impegno che non prevede contrattazioni di sopravvivenza. Poi dire con semplicità che affronteremo i problemi, anche quelli già sul tavolo -dai rifiuti, al tribunale, al parco fluviale, al lavoro in pericolo, alle difficoltà di commercianti e artigiani, ai rischi ambientali per la nostra valle- con i piedi ben piantati sulla terra della buona ordinaria amministrazione mentre con gli occhi cercheremo di guardare più lontano verso l’idea di una città aperta all’ascolto e all’inclusione che per esempio punti non solo a un turismo legato alla bellezza dei nostri luoghi e spazi -siamo belli ma non siamo gli unici in Italia- quanto a costruire una città attraente per le occasioni di crescita culturale e di confronto che offre.
Come generare in città una nuova classe politica avvicinando i giovani e rendendoli più partecipi delle sorti e del sogno di una città migliore?
Qualche segnale già c’è anche in questi primi giorni che voglio siano di confronto non solo con i giovani dentro i partiti della coalizione ma anche con quelle formidabili esperienze culturali come il Sulmona cinema film festival, o Muntagninjazz. Già per quello che fanno sono classe dirigente di questa città. Dovrebbero rivendicarlo con forza e passione e noi li aiuteremo. Poi c’è il grande lavoro che fanno professori e studenti nelle scuole, costruire con loro occasioni di confronto fuori e dopo il tempo dello studio ufficiale. Penso alle biblioteche da riaprire, alla individuazione di spazi dove i ragazzi possano ritrovarsi a studiare e a discutere collegandosi a internet e bevendo un caffè. E magari lì incontrare anche qualcuno tornato da fuori che possa raccontare loro come è il mondo che li aspetta.
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