TRENTO FILM FESTIVAL
di Massimo Di Paolo – Appena arrivato nelle sale cinematografiche. Vincitore, alla 72esima edizione del Trento Film Festival della Montagna 2024, del premio “Miglior Film di Alpinismo – Rotari”. Il titolo: – Monte Corno: la storia della prima ascesa del Gran Sasso del 1573 –.
Ieri, l’Aquila e Bologna le prime città che hanno aperto le proiezioni in sala. Fondato nel 1952 il Trento Film Festival è il più antico festival cinematografico dedicato alle tematiche montane. Non solo alpinismo e scoperta, ma anche ambientalismo, natura, problematiche di adattamento e conservazione. Un’ avventura, quella del Film Festival della montagna, ormai di oltre settanta anni con una storia ricca di momenti che hanno contribuito a mettere ordine alle testimonianze che nella montagna hanno trovato origine e motivi di esistenza nelle più svariate forme.
A Trento per 72 lunghissime edizioni del Film Festival, si è esplorato l’animo dell’uomo, la sua irrequietezza e le sue paure; si sono ricomposti i momenti più belli dell’incertezza che accompagna ogni scoperta e che danno un senso al dramma della solitudine. In questo contesto è stato presentato “Monte Corno” film pregiato per narrazione, scenografia e linguaggio filmico. Di fatto tra documento storico e romanzo di iniziazione, 72’ di ricostruzione dello spirito di un uomo rinascimentale che nel 1573 tenta la prima salita sul Gran Sasso d’Italia. Francesco De Marchi, già nella storia dell’alpinismo Abruzzese è interpretato da Massimo Poggio per la regia di Luca Cococcetta. L’opera prodotta da Visioni Editore e dal Club alpino Italiano, è distribuito da Wanted Cinema.
Regia straordinaria per scelte e composizione, con immagini spettacolari in una ricostruzione dettagliata tra la fiction e il docu-film con esperti che illustrano il contesto storico e le caratterizzazioni di un’ascesa che apre il tempo dell’alpinismo sul Gran Sasso e con esso dell’alpinismo abruzzese.
La programmazione delle proiezioni -in aggiornamento – sul sito della Wanted Cinema: in queste settimane a Guardiagrele, Ortona, Ussita (presso il rifugio Casali). Prezzo scontato per i soci CAI.
Numerose le selezioni e le menzioni speciali ottenute, con un’importante presentazione al Senato della Repubblica. Il senso dell’opera si rintraccia nei motivi che spinsero 450 anni fa un gruppo di uomini, guidati da un ingegnere militare, ad accettare l’incertezza e le difficoltà di una salita verso l’ignoto. La montagna, coperta dai tabù che hanno caratterizzato le memorie degli abitanti locali fino a poco tempo fa; la montagna conosciuta attraverso uomini sofferenti e temerari: o temerari perché sofferenti.
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