PER MARSILIO GLI ELETTORI SONO PECORE DA PORTARE AL PASCOLO

di Mario PIZZOLA – Non deve essere eccelsa la considerazione che Marco Marsilio ha degli elettori, a giudicare dai messaggi che il presidente della Regione si scambiava con i suoi colleghi di partito. E’ uscito da pochi giorni il libro di Giacomo Salvini che raccoglie le chat segrete degli esponenti di Fratelli d’Italia, intitolato proprio “Fratelli di chat”. Tra queste c’è una perla del governatore romano-abruzzese del 4 agosto 2022, eccola: “Alcune soluzioni vanno fatte ma non annunciate…Certe cose si fanno il giorno dopo le elezioni quando hai cinque anni davanti per riassorbire le proteste…”.

Deve trattarsi di cose non proprio pulite se si fanno dopo aver messo in cassaforte i voti e addirittura senza nemmeno annunciarle. Di che cosa si tratta? Marsilio chiarisce il suo pensiero: “Piaccia o non piaccia se adesso in Abruzzo mi mettessi a dire che dobbiamo trivellare nell’Adriatico scateniamo tutti i Sindaci della costa compresi i nostri come succede a Piombino contro le trivelle (non si tratta di trivelle ma di rigassificatore, ndr) e contro il partito. Lo stesso accadrebbe in Val di Sangro per il gas sotto il lago di Bomba”. E i cinque anni? Servono – continua il nostro – per “dimostrare che magari le proteste erano fondate su paure ingiustificate e soprattutto avendo avuto il tempo di far piovere anche i benefici e le compensazioni economiche per i territori. Nei pochi giorni di campagna elettorale raccoglieremmo soltanto le proteste”.

Quindi, riassumendo: se vuoi rifilare delle fregature al popolo che amministri, fallo senza dirgli niente e quando non c’è il rischio che possa votarti contro. Il “metodo Marsilio” è stato applicato alla perfezione nel caso del metanodotto Sulmona – Foligno, che attraversa l’Abruzzo interno per oltre 106 chilometri. Dapprima, obbedendo al Governo, ha spalancato le porte al devastante e inutile progetto della Snam. Poi ha riunito i Sindaci dicendo loro sostanzialmente: “Signori, ormai l’opera è autorizzata, prendetevi i soldi delle compensazioni (in realtà mai arrivati) e smettetela con le proteste”. Per qualche sindaco più recalcitrante è arrivata anche la candidatura, con annessa trombatura, alle elezioni regionali. Visto che il metodo ha funzionato, Marsilio è stato rieletto per il secondo mandato.

A parziale discolpa di Marsilio, però, c’è da dire che lui non ha inventato nulla. Non fa che applicare il collaudato sistema delle monarchie feudali. Lui prende ordini da Roma, poi li trasmette diligentemente ai suoi fedeli Sindaci e Presidenti di Provincia e questi ultimi li eseguono cercando di farli digerire a quello che considerano il popolo bue. L’ultimo esempio ce lo ha offerto in vista delle elezioni comunali di Sulmona, quando ha “suggerito” il nome del prossimo Sindaco, e tutti intorno a lui a fare la ola e a cantare la marsiliese. Povera Sulmona e povero Abruzzo, in che mani siamo finiti. Arriverà mai il giorno in cui sapremo riscattarci?


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