CronacaHomeIn Evidenza

GUERRIERO CAPESTRANO, VITTORIA AL TAR DEL REGISTA CONSORTE: MINISTERO OBBLIGATO A FORNIRE DOCUMENTAZIONE

Il Tar di Pescara ha accolto il ricorso per ottemperanza presentato dal regista Alessio Consorte, ordinando al Ministero della cultura di fornire la documentazione scientifica relativa agli esami chimici con metodo XRF (fluorescenza ai raggi X) effettuati sul celebre Guerriero di Capestrano, un’importante statua del patrimonio archeologico italiano, che il Ministero aveva dichiarato di possedere.

Il regista, che ha intrapreso questa battaglia legale con il supporto dell’avvocato Luca Presutti del foro di Sulmona, ha sostenuto che il Ministero non solo non possiede la documentazione scientifica che aveva affermato di possedere, ma non ha nemmeno alcuna analisi scientifica che attesti l’autenticità della statua. “A oggi, il Ministero non ha fornito alcuna prova concreta dell’autenticità del Guerriero di Capestrano, se non fotocopie di spettri XRF effettuati venti anni fa dal CNR, inviati solo dopo la sentenza da un ex funzionario oggi in pensione”, ha dichiarato Consorte.

Le analisi postume, condotte dal Centro di Ateneo di Archeologia e Microanalisi (CAAM) dell’Università D’Annunzio, sono state presentate come tentativi di giustificare la mancanza di prove. Tuttavia, secondo Consorte, tali analisi non sono state realizzate da esperti iscritti agli ordini professionali competenti, come l’Ordine dei Chimici, l’Elenco dei Restauratori e l’Elenco degli Esperti di diagnostica e scienze applicate ai beni culturali. Inoltre, le misurazioni XRF sono state effettuate con uno strumento obsoleto e, come confermato dal dottor Sericola, sono state solo parzialmente completate a causa di problemi tecnico-strumentali.

“Le evidenti lacune nelle analisi scientifiche e la mancata trasparenza da parte del Ministero sollevano preoccupazioni sulla validità delle conclusioni precedenti”, ha aggiunto Consorte. Il Tar, dando ragione al regista, ha sottolineato la necessità di una documentazione esaustiva a supporto delle dichiarazioni del Ministero, in particolare riguardo alla preziosa scultura, uno dei simboli più rappresentativi dell’arte preromana.

Il caso sta sollevando importanti interrogativi sull’affidabilità delle pratiche di autenticazione delle opere d’arte in Italia e sull’efficacia della gestione della documentazione scientifica nel settore del patrimonio culturale, con un focus particolare sulla tutela di un’opera così significativa come il Guerriero di Capestrano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *