A ROCCARASO CHE CHIEDE L’ESERCITO RIVISONDOLI RISPONDE: “FACCIO IO”
di Luigi Liberatore – Personalmente ho già dato un risposta al fenomeno di cui solo adesso, in cui vige il potere mediatico dei social, le autorità sembrano aver preso coscienza. Parliamo della invasione da parte del turismo mordi e fuggi di origine partenopea, ma non solo, per cui Roccaraso è stato sopraffatto da una irrefrenabile marea. Ripeto, non c’è nulla di scandaloso in ciò che si è verificato domenica scorsa, né in termini numerici né nello sconveniente sudiciume lasciato dalle migliaia di persone appese ad una macchia di neve. Mezzo secolo fa si assisteva ad un medesimo fenomeno che non faceva scandalo perché a Roccaraso crescevano incassi e notorietà e, forse, perché i sindaci e soprattutto i Prefetti dell’epoca avevano una struttura decisionale e politico-amministrativa diversa. Guardate, ho apprezzato il grido d’allarme del sindaco di Roccaraso il quale nel chiedere l’intervento dell’esercito ha, per così dire, ceduto le armi rispetto ad un fenomeno travolgente, rimettendo al Prefetto ogni iniziativa adeguata. Ho provato, invece, più di un disturbo nel leggere la dichiarazione resa all’Ansa dal sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi, il quale riferendosi a quanto deciso in Prefettura ad Aquila, ha detto: “Noi andiamo per la nostra strada, servono decisioni precise”. Facendo capire che gli autobus che potranno circolare nel Comune da lui amministrato saranno solo quelli da lui stesso autorizzati. Al di là di questa espressione cara al salvinismo dilagante, per quanto riguarda il problema che rimbalza da giorni su tutte le tivvù nazionali è onesto dire che Rivisondoli è fuori da ogni considerazione per ragioni logistiche dal fenomeno trattato. Il paese vive, difatti, in “Splendid isolation”, tagliato dal flusso nazionale della circolazione stradale per cui anche le corriere istituzionali stentano ad arrivarci. La dichiarazione resa dal sindaco di Rivisondoli sembra più un rintocco di campane giusto per entrare in questo frastuono mediatico che coinvolge Roccaraso, fatto male peraltro con quel richiamo autarchico, che un modo di pararsi da un pericolo inesistente. Meglio sarebbe stato dire: Ci siamo pure noi….