ELEZIONI IN PRIMA PAGINA
di Massimo Di Paolo – Fino ad oggi, le notizie che si hanno dai vari gruppi politici, impegnati nella ormai aperta campagna elettorale per le prossime elezioni comunali a Sulmona, non fanno immaginare proposte nuove o quel rinnovato, sperato approccio per la futura governance della Città. È pur vero che c’è sempre una superstizione diffusa all’avvio di una competizione, è come per gli scrittori, non si parla mai del libro che si sta scrivendo, anche se non di libri si tratta ma di programmi elettorali. A oggi le dichiarazioni diffuse, fanno pensare alle rane di una simpatica puntata di masterchef: quasi tutte senza sale. Speriamo che il tempo possa sollecitare qualcosa di più interessante e adatto alla situazione che viviamo nella nostra città, dove il passato appare ostaggio del presente. Certo che molta della cittadinanza attiva avrebbe gradito una rilettura a più voci degli eventi politici recenti, un confronto pubblico partecipato per una sorta di viaggio nella memoria recente per dar fede al detto: sbagliando si impara. Non è avvenuto se non dietro le quinte o in gazebi di amici. Forse c’è ancora del caffè alla cicuta da smaltire e la resa dei conti ancora in atto per un sogno andato a male. Speriamo bene. Ma la speranza –ci ricordava il maestro Monicelli- è sempre un inganno, e il fatto che molti cittadini si sentano esclusi dal confronto politico dimostra proprio che non ce n’è più.Un dato di fatto può essere rilevato: il campo di gioco appare diverso dall’ultima tornata elettorale, privo ormai del nemico numero uno da abbattere più che battere. Le sfumature sono prevedibili ma la sensazione non è piacevole, pur osservando i lavori avviati da più prospettive: la classe politica visibile e quella “nascosta” – che darà alla fine le carte – è impegnata a cercare dei patti che, come sempre, passeranno ancora sopra la testa dei sulmonesi e per ora, non si evince un distinguo di colore, di orientamento, di significati. Dichiarazioni stucchevoli, retorica a grappoli,rappresentanti prevedibili parola per parola. Eppure occorrerebbe un accordo senza spada in questa tornata, un’architettura politica e amministrativa divergente, dove la Città e solo la Città possa uscirne vincitrice. Un Consiglio comunale solido; una classe dirigente non più definibile classe povera, più adatta a sostanza che a cerimonie; un programma di mandato da attuare con una visione concreta fatto non solo di ideali ma di cose utili, urgenti e necessarie ai più: non un luna park per ricchi. Una “cura” per Sulmona nostra che non sarà sufficiente solo declinare: occorrerà somministrarla in tempi scanditi, con metodo, disciplina, confronto serrato e tanto, ma tanto, lavoro. Il tessuto di Sulmona appare lacerato, la distanza tra classi sociali aumentato, le opportunità di impianto familiare ridotto all’osso, possibilità di evoluzione e crescita difficilmente rappresentabili. Il territorio, nella sua bellezza, porta segni di abbandono ormai gravi e di difficile gestione, basti pensare al nucleo industriale o a gran parte del Centro storico. Una condizione seria fatta di complessità e non di visioni “paesane”. Nella realtà, ancora povera di confronto e di proposte, governare a Sulmona appare come un tic e non come una missione che, allo stato attuale, dovrebbe far tremare i polsi. Pensando alla figura del Sindaco, dopo una storia di rese e di sfiducie, resta ancora il più vessato tra i cittadini. I musicisti, gli scienziati sono certamente più tutelati dal momento che lavorano su cose che spesso non si conoscono. Il Sindaco si occupa della città dove vive, sicché si ritrova contro e facilmente, tutti i concittadini che si considerano autorità in materia. Detto questo, è auspicabile che la prossima tenzone politica, i programmi, gli assemblaggi di coalizioni, la scelta degli uomini, possano avvenire su principi di realtà senza difetti ottici che alterino, fin da subito, l’interazione tra maggioranza e minoranza. È auspicabile che non ci sia fin da ora un’immagine distorta di città su cui lavorare, e che le vicende reali, possano entrare nel nuovo racconto politico. Che nella Sulmona prossima, tra i pensieri e le parole, possano vincere i fatti.
Una sola regola non scritta dovrebbe essere applicata alle prossime elezioni, visti i risultati disonorevoli delle precedenti 2,3,4 …..(?) tornate elettorali : chi è stato già eletto 2 volte come consigliere o come sindaco non può più ripresentarsi.
Largo ai giovani e alla politica intesa come missione pulita, alla democrazia , a un vento nuovo, alla partecipazione allargata promossa dagli stessi partiti politici storici e nuovi.