GIORNATA DELLA MEMORIA, DUE STORIE DI PRIGIONIERI DEL CENTRO ABRUZZO RACCONTATE DAI FAMILIARI

Lunedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, la Prefettura dell’Aquila conferirà medaglie d’onore a sette familiari di militari deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. Un evento che non solo ricorda la tragedia della prigionia, ma celebra anche le storie di resistenza, sopravvivenza e coraggio che, nonostante le atrocità vissute, sono riuscite a mantenere viva la speranza.

I riconoscimenti, che saranno consegnati alle 11 presso la Prefettura, vedranno la partecipazione del prefetto Giancarlo Di Vincenzo e del governatore Marco Marsilio. Le medaglie d’onore verranno assegnate ai familiari dei sette deportati, il cui ricordo continua a essere portato avanti attraverso le parole e le testimonianze dei loro cari.

Tra le storie più significative raccontate al quotidiano Il Centro, quella di Augusto Pasquale Giangregorio, nato a Castelvecchio Subequo il 14 luglio 1914. Deportato a Goerlitz, in Germania, dal 9 settembre 1943 al 2 maggio 1945, Augusto si trovò in una situazione disperata. Il figlio Sandro racconta con grande emozione che fu il talento calcistico del padre a salvarlo: “Quando i tedeschi organizzarono una partita di calcio Italia-Inghilterra, mio padre, che aveva sfiorato la Serie A prima della guerra, giocò una partita memorabile. Questo gli permise di ottenere un lavoro in un forno della città, un’opportunità che gli fece sopravvivere alle condizioni disumane del campo di prigionia.” Dopo il ritiro tedesco, Augusto riuscì a fuggire con i compagni di prigionia e, dopo una lunga marcia, riuscì a tornare a casa.

Un’altra storia toccante è quella di Antonio Ricci, nato ad Anversa degli Abruzzi il 13 giugno 1924, deportato nel Lager XB di Sandbostel, in Germania, dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945. Gianni, suo figlio, ricorda che il padre rifiutò di collaborare con i tedeschi, finendo per essere sottoposto a lavori forzati. “Mio padre fu segnato da quel periodo. Quando venne liberato, pesava appena 42 kg”, racconta Gianni. “Nei campi, gli italiani erano separati e marchiati come ‘IMI’. Non avevano alcun sostegno dalla Croce Rossa. La sua sopravvivenza fu un miracolo.”

Oltre a questi due, saranno premiati anche Dorino Presutti di Pratola Peligna, Pietro Sestini di Sulmona, Leonardo Luciani di Capistrello, Guido Paoletti di Roio Piano e Luigi Giosuè Puglielli di Pratola Peligna, ciascuno con la propria storia di dolore e speranza.

La cerimonia di lunedì non solo riconosce il sacrificio di questi uomini, ma ci ricorda che la memoria storica è essenziale per evitare che le atrocità del passato vengano dimenticate. Le medaglie d’onore sono un piccolo tributo a coloro che hanno vissuto l’inferno dei campi di prigionia e un invito a non abbassare mai la guardia rispetto ai diritti umani e alla dignità.

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