SULMONA: CONDANNE PER DROGA A DUE UOMINI COINVOLTI IN CASI DISTINTI
Il Gip del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha emesso due sentenze di condanna legate a episodi distinti ma accomunati dallo spaccio e dalla coltivazione di sostanze stupefacenti. Le decisioni, che riguardano due uomini residenti nella zona, mettono in luce la diffusione di attività illecite legate alla droga nella Valle Peligna.
Un anno di reclusione per il musicista Fabrizio Pagliaro
Fabrizio Pagliaro, 33 anni, musicista, è stato condannato a un anno di reclusione con pena sospesa, dopo essere stato arrestato lo scorso giugno dai carabinieri della stazione di Sulmona. Durante un controllo in un ex opificio lungo viale della Stazione, utilizzato come sala prove per la band in cui suonava, i militari avevano scoperto una serra con dieci piante di marijuana di altezza compresa tra i 20 e i 100 centimetri. Accanto alle piante erano presenti concimi e attrezzature per la coltivazione.
Inoltre, all’interno dell’opificio, i carabinieri avevano sequestrato 84 grammi di marijuana essiccata, 55 grammi di cocaina già suddivisa in dosi e un paio di grammi di hashish. A insospettire i militari era stato il forte odore acre delle piante. Pagliaro è stato difeso dall’avvocato Alessandro Scelli e ha beneficiato del rito abbreviato, che ha consentito una riduzione della pena.
Due anni di reclusione per Genesio La Gatta
Una condanna a due anni di reclusione è stata inflitta a Genesio La Gatta, 41 anni, anche in questo caso con pena sospesa. La Gatta era stato arrestato lo scorso giugno dalla Guardia di Finanza di Sulmona, che aveva rinvenuto sul suo terreno 29 piantine di cannabis e un vero e proprio laboratorio per la produzione e la lavorazione della droga.
Nel laboratorio erano conservati venticinquemila semi di cannabis, una mini serra riscaldata dotata di misuratori elettronici di umidità e alcalinità, 40 flaconi di fertilizzante, 400 vasi per piante, bilancini, dosatori e altri strumenti specifici per la coltivazione e il trattamento delle piante. Tra le attrezzature sequestrate spiccavano pompe a pressione, utilizzate sia per l’irrigazione sia per il travaso di liquidi, oltre a un “kit da piccolo chimico” comprensivo di acceleratori di germinazione e integratori.