LAVORI A PORTA NAPOLI, LA RIVOLTA BOTTEGAIA

di Luigi Liberatore –  A cavallo degli anni cinquanta, se non mi sbaglio, nacque un movimento in Francia che prese il nome di poujadismo dal suo sostenitore, il sindacalista Pierre Poujade, in difesa di commercianti e artigiani. Un movimento qualunquista e populista che cavalcava in maniera indistinta una forma di ribellione contro il fisco, e come tutti i movimenti ribellisti finì per infrangersi e disperdersi nel vuoto dopo la fiammata iniziale. Voi direte cosa c’entra con Sulmona e coi lavori appaltati per il restauro di Porta Napoli. Ho letto che contro l’ordinanza del Corpo della polizia municipale, entrata in vigore ieri e che presumibilmente resterà in vigore fino a metà agosto, emanata per regolamentare il traffico in conseguenza di tali lavori, sono insorti i commercianti. Fin qui nulla di particolare, nel senso che ogni variante al traffico in città crea disagi soprattutto agli automobilisti i quali poi si abituano alla nuove regole pur sacramentando ogni mattina. Tuttavia i commercianti, quelli che si definiscono dell’area Sud di corso Ovidio, hanno alzato non solo la voce ma l’asticella ritenendosi penalizzati dalla rivoluzione del traffico e chiedendo compensazioni di natura fiscale. Ecco come spunta il poujadismo: nessuna tassa per l’occupazione di suolo pubblico e facilitazioni per le soste. Non mi ricordo se sia stato Marx ad usare la prima volta la definizione di bottegai per i commercianti, so di certo, invece, che il saggista Roland Barthes li definiva come portatori della “ideologia anonima”. Siamo lontani dagli anni cinquanta e il settore del commercio è parte integrante di una società evoluta, post industriale, sicché appare davvero retrograda la presa di posizione dei commercianti di Sulmona rispetto ad una variante momentanea del traffico intesa a facilitare lavori di restauro per fare più bella ed accogliente la città. A macchia di leopardo sono previsti altri lavori all’interno del centro storico e più occasioni per rimaneggiare di conseguenza il traffico. E allora che facciamo? La rivoluzione commerciale per quartieri? Spero che la protesta rientri nell’alveo di una pacata discussione o di confronto leale con la pubblica amministrazione, perché restando fuori da esso si fa presto a passare da commercianti a bottegai…

3 thoughts on “LAVORI A PORTA NAPOLI, LA RIVOLTA BOTTEGAIA

  • Caro Luigi, l’onore è mio. Il tuo commento è molto chiaro anche se sintetico e tutt’altro che riduttivo. Appena trovo un po’ di calma ti scrivo. Grazie dell’ospitalità “a prescindere”, come diceva Totò.

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  • Caro Luigi, sono Raffaele Giannantonio. Scusandomi per il cospicuo ritardo vorrei chiederti se posso intervenire su questo tuo piccante articolo, con il puro intento di dialogare su un tema molto scottante di cui mi sono interessato nel recente passato. Mi conosci bene e sai che ogni forma di polemica mi è totalmente estranea. Che ne dici?

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    • Onorato, caro Raffaele. Una tua riflessione non può che allargare gli orizzonti su una problematica da cui ho tratto uno spunto del tutto personale e sicuramente riduttivo.

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