SULMONA, ELEZIONI SENZA TEMA
di Massimo di Paolo – A Sulmona, con l’inizio della campagna elettorale, viene in mente Trilussa. Poeta satirico che divenne senatore a vita tre settimane prima di morire. Trilussa, era l’anagramma di Carlo Alberto Salustri che – miscelando il dolceamaro – seppe cogliere aspetti nascosti dell’umanità tra cui le meschinità: che nell’umanità si nascondono. Due sonetti per entrare in tema: L’elezione del Presidente, narra di un asino che per farsi eleggere indossa la pelle di un leone. Il raglio di gioia a schede contate, lo fece scoprire, per tutta risposta disse: “Ho pijato possesso …e nu’ la pianto…peggio per voi che me ciavete messo!”.
Un altro sonetto, dedicato al Principe rivoluzionario, è una sorta di satira ante litteram del radical chic: compagno in pubblico e borghese nel privato. Rimanda alla cicala oziosa e ciarlatana che dice: “Me sdraio in faccia ar sole e canto l’Inno de li Lavoratori”. Morì nel 1950. Era il tempo dei primi scioperi operai, delle prime cariche della celere. Eliseo Ferrari ex sindacalista della Fiom, ha narrato la vita nelle acciaierie di allora: 14-16 ore di lavoro con 350 grammi di pane. Si apriva l’anno con lo sciopero delle “Fonderie riunite di Modena” finito con l’eccidio degli operai. Palmiro Togliatti a capo del Partito Comunista; Sandro Pertini, allora direttore dell’Avanti, scriveva: “Cristo è stato nuovamente crocifisso”.
La satira può essere utile per riflettere sui fenomeni sociali e le mutazioni politiche. La storia li riordina. Votare a sinistra o a destra a Sulmona per l’ennesima volta, con gli stessi gruppi, gli stessi volti; con gli stessi rituali e liturgie lessicali. La Sinistra, anche a Sulmona nostra, non tiene, sfiancata dagli eventi, dal tempo passato e soprattutto dalla distanza dai problemi della gente comune. Il prezzo occorre pagarlo se non si è in grado di rintracciare le origini. Era il 1976 quando nasceva “la Repubblica” che, di fatto, dette vita alla mutazione della sinistra -nazionale e sulmonese-che divenne radical, neo borghese, elitaria, supponente, esclusivista. La foresta delle appartenenze trasformata, Sulmona sempre più povera di idee e competenze. Catafalchi di principi, di distinguo, di espulsioni e di nuovi capi bastone. Teniamo nascoste le foto di gruppo, le citazioni, le cose fatte: diventerebbero autogol. Meglio affidare a qualche gruppo di giovanil’intero apparato di quello che resta della sinistra a Sulmona, e dargli la forza; se sbagliano non importa, ne hanno il diritto. Il diritto a provarci e a fare errori. Dall’altra parte sembra andare meglio. Le destre non litigano davanti al piccione abbattuto. Sulla visione territoriale, sulla prognosi amministrativa, sulla tassonomia delle idee da attuare, siamo ancora nella corrente delle chiacchiere: ma si contano i voti e si fa squadra. D’altronde in mare aperto conta la direzione dei venti. E da diverso tempo il vento della destra risente della corrente del golfo meloniano. 30 % di gradimento mantenuto da anni, posizionamento in campo internazionale, conti pubblici sotto controllo, come pure l’occupazione. Le opposizioni: a raschiare il barile. La situazione Abruzzo – con una prospettiva di destra – appare consolidata e forte; Sulmona l’ultimo pezzo del puzzle. I Tribunali -compreso quello di Sulmona- non saranno chiusi grazie a Giorgia: e non ce ne sarà più per nessuno.
Lasciandoci indietro analisi e resoconti, cosa resta da dire se non la condivisione di uno scetticismo diffuso, e di una speranza per una guida ideale. Per un “mago smagato” che possa riposizionare al centro l’organizzazione, le idee, le priorità, il metodo di lavoro; che sappia guidare una squadra di persone che abbiano almeno guardato oltre il ponte di San Panfilo: competenti e capaci. Che sappia lavorare non 14-16 ore al giorno, come nelle fonderie degli anni ’50, ma di più: per salvare una Città, per traghettare Sulmona nel cambiamento e nello sviluppo tenendola fuori, dopo anni, dalla melma del perbenismo e della menzogna.
Da Trilussa alla qualunque, giudizi generici e precostituiti, da dove si attingano se non da elucubrazioni mentali, non si sa, piuttosto bisognerebbe guardare i propri percorsi politici….e poi tirare la riga. PS le origini solo gli insipienti le dimenticano.