I POLITICI INSOLENTI SAPPIANO CHE SULMONA È DEI SULMONESI
di Luigi Liberatore – Probabilmente io non sono simpatico, anzi sono antipatico. Dico a me stesso ciò che molti di Sulmona pensano della mia libera attività giornalistica e cioè che sono antipatico. Non mi meraviglio e nemmeno me la prendo. Amen. Però andiamo adesso al circo mediatico che si è sviluppato appena dopo le dimissioni, anzi la defenestrazione, del sindaco di Sulmona. Io penso che siano ancora schermaglie quelle che si sono sviluppate in un paio di settimane dopo il commissariamento della città, nel senso che il peggio deve ancora arrivare. Ho capito che i partiti, quelli più accreditati, tipo Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Lega e Forza Italia, siano entrati nella vicenda quasi che una investitura divina abbia concesso loro ampia facoltà di agire su uomini e cose. Mi sembra di aver inteso pure che le “frattaglie” politiche, vedi forze civiche e ciò che resta dei 5 stelle, siano condannate alla dispersione. Denuncio tutta la mia disistima per i partiti, soprattutto in questo momento di grave crisi della città, i quali provano a fare un boccone di Sulmona quasi fosse un agglomerato informe, cioè privo di spina dorsale e di personalità. Forza Italia reclama per sé il diritto ad esprimere il sindaco, al di là di ogni cautela e di rispetto per i cittadini elettori. Fratelli d’Italia gonfia il petto, d’altronde la camicia nera lo pretende, e manda oltre le linee della decenza gli emissari per le eventuali trattative senza precludere ogni azione di forza al fine di individuare il “caporione” in grado di guidare la città. E ci risiamo col Partito Democratico che a Sulmona sa poco di democratico e per nulla di partito sennò sarebbe rimasto a governare la città solo se avesse saputo autogovernarsi. La Lega lasciamola da parte perché è priva di autorevolezza in un ambito territoriale piuttosto avaro di consensi per Salvini ma con qualche tenue riverbero solo per la sua esponente di spicco, peraltro ininfluente, Roberta Salvati. Tutto questo per dire cosa? Che provo “rabbia” nel leggere che il PD è allo sbando perché Gianfranco Di Piero ha detto “no” (in maniera intelligente) a una sua ricandidatura a sindaco, e che Fratelli d’Italia e Forza Italia si stanno giocando a dadi le sorti di una città distratta. C’è delusione in quello che scrivo, una delusione profonda in quanto so che i giocatori al tavolo sono privi di “scuola” politica e soprattutto che sono degli estranei rispetto ad una città come Sulmona che ha sempre espresso sindaci di grande spessore senza dover ricorrere a intrusi. Ho una speranza, che i mesi che ci separano alle elezioni sappiano far risorgere l’orgoglio sulmonese con qualche giovane che in piazza “Venti”, ad esempio, sia in grado di gridare alla gente: “Sulmona ai sulmonesi”. Non voglio assolutamente passare per un nostalgico ma sogno ancora quella piazza gremita che appaludiva o malediva, con tutta l’enfasi della passione politica, un Bruno Di Masci, un Franco La Civita o Lando Sciuba. La città ha giovani educati e strutturati culturalmente per prendere per mano Sulmona. Lo facciano. Ora o mai più.
Dovendo aver a che fare con questi marpioni di politici svogliati, i giovani strutturati non durerebbero tanto.
Parlando con un ex amministratore comunale a Sulmona, mi ha descritto la situazione e detto che l’unico momento quando si era potuto fare qualche cosa in comune, era quando c’era il commissariamento.
E altre storielle interessanti che non fanno che farmi preoccupare per il futuro.
Forse sarebbe meglio arrendersi perché ovviamente i cittadini si meritano questa situazione.