EREDITÀ CONTESA: CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER 57ENNE PER ACCESSO ABUSIVO AL SISTEMA INFORMATICO E CIRCONVENZIONE DI INCAPACE

Accuse gravi pendono su un 57enne di Pratola Peligna, G.I., coinvolto in un’inchiesta legata alla contesa sulla maxi eredità della zia, Annita Vallera, deceduta a settembre 2023. La Procura dell’Aquila, al termine delle indagini preliminari, ha richiesto il rinvio a giudizio per accesso abusivo a un sistema informatico. L’udienza davanti al Gup Guendalina Buccella è fissata per il prossimo 19 marzo.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il 1° settembre e il 3 novembre 2021, il dipendente bancario, in qualità di preposto presso un istituto di credito, avrebbe effettuato 57 accessi non autorizzati ai sistemi informatici della banca per verificare la situazione del conto intestato alla zia defunta, senza deleghe operative. Gli accessi, protetti da misure di sicurezza, sono stati definiti “abusivi” dalla Procura, che ritiene le accuse sufficientemente solide per sostenere un processo.

Di diverso avviso la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Luca Tirabassi del foro di Sulmona, secondo cui il monitoraggio sarebbe stato eseguito su richiesta della stessa Vallera.

L’inchiesta principale, avviata dalla Procura di Sulmona, riguarda anche l’accusa di circonvenzione di incapace. Il 57enne, insieme ad altri quattro parenti, è sospettato di aver approfittato della condizione di vulnerabilità della donna per appropriarsi di 450 mila euro. I cinque indagati avrebbero circuito l’anziana parente, ma la difesa sostiene che si trattasse di bonifici volontari, come quelli già effettuati a favore del fratello della donna.

Nel corso delle indagini, la Procura ha acquisito quattro testamenti e disposto due perizie che avrebbero confermato lo stato di incapacità della Vallera. È stato inoltre eseguito un sequestro preventivo, successivamente annullato dal Tribunale del Riesame dell’Aquila.

L’inchiesta potrebbe ampliarsi, coinvolgendo anche una vicina di casa della donna, accusata di aver utilizzato il bancomat dell’anziana per una transazione presso uno sportello ATM. La vicina si è difesa affermando di aver effettuato esclusivamente un estratto conto su richiesta della Vallera.

Le udienze preliminari chiariranno se le accuse verranno confermate o se le difese riusciranno a ribaltare il quadro accusatorio.

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