TRIBUNALI DA SALVARE, LE MILLE CAPRIOLE DI LIRIS E SIGISMONDI
di Luigi Liberatore – Ecco, una cosa non sa di me l’arguto, unico mio lettore, che segue con pazienza e, suppongo, anche con gradimento, il mio esercizio giornalistico: la scarsa memoria. Mi piace intervenire al momento, sulle dichiarazioni soprattutto dei politici che meritano una illustrazione non tanto per gli addetti ai lavori quanto per la gente comune cui piace capire. E capire non è facile quando si ha a che fare con i politici per cui, chi come me non ha la memoria come archivio deve andare a riscovare dichiarazioni per dare un buon prodotto a chi legge. La premessa era d’obbligo sennò non si capisce dove io voglia andare a parare con questo titolo sul tribunale di Sulmona. Ha iniziato questa mattina il senatore Michele Fina, noto parlamentare del Pd e soprattutto espressione di quella enigmatica faccia di una sinistra seppellita, il quale ha puntato il dito contro il Governo per non aver previsto ulteriore proroga per i tribunali minori abruzzesi a differenza di altre aree d’Italia, “consolate”, invece, con l’art. 10 del Decreto cosiddetto Milleproroghe. Non è qui il caso di scivolare sul letto sdrucciolevole delle resipiscenze postume che obbligano, secondo me, Michele Fina e la sinistra a fare mea culpa sull’argomento. Mi solletica molto, invece, tornare ai senatori di Fratelli d’Italia, Guido Liris ed Etelwardo Sigismondi, che in replica a Fina ammettono che all’interno del decreto Milleproroghe” non c’è previsione di deroga alla soppressione del tribunale di Sulmona e confratelli abruzzesi, “Ma non per dimenticanza ma per una chiara volontà di dare una soluzione definitiva al problema mediante una presentazione da parte del Governo di uno schema di disegno di legge per la revisione della geografia giudiziaria”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea del Mastro, rispondendo in aula a una interrogazione. Uno. Diciamo subito, giusto per sgombrare il campo da ogni equivoco, che il tribunale di Sulmona, sic stantibus rebus, a dicembre chiude battenti mentre i tribunali siciliani godranno di ulteriore proroga grazie al Decreto. Due. Andrea del Mastro, sottosegretario alla Giustizia di cui la stessa Giustizia si sta occupando, è il parlamentare dei Fratelli d’Italia che al giuramento dei 170 allievi di polizia penitenziaria del 181 corso di formazionea Sulmona ebbe ad affermare:” Questo è il nostro corso, il corso del governo Meloni, il corso spartiacque che segna la rottura col passato. Non ci fermiamo e mettiamo in sicurezza anche i tribunali in Abruzzo che saranno ripristinati con personale adeguato e resteranno come sono”. Era l’estate 2023. Sempre Liris e Sigismondi, dopo l’incontro col presidente del tribunale di Sulmona, il procuratore Iafolla e il presidente dell’Ordine degli avvocati, Tirabassi, fanno capire che la fase propedeutica è servita a calibrare al meglio i provvedimenti da attivare nei prossimi mesi con la calendarizzazione, previo confrontocon Andrea del Mastro, di un incontro col ministro Carlo Nordio. Era il dicembre 2022. Siamo nel gennaio 2025 e questi senatori ci vengono a dire che si sta lavorando ad uno schema di disegno di legge per la revisione della geografia giudiziaria laddove si prefiguri la riapertura delle sedi soppresse nel 2012. Manca solo che Liris, Sigismondi e Del Mastro annuncino che è stata finalmente risolta la questione Meridionale…
Vi avevo avvertito allora che avrebbe chiuso, ma giustamente visto che non sa funzionare e la riforma della giustizia non succede.