I SOGNI NON SONO ROBOT, SONO STORIE
di Massimo Di Paolo – Oggi, pensare di sostituire il digitale sembra pura follia, impossibile farlo ma soprattutto insensato. La nostra mente e il nostro cervello, sembra che abbiano già raggiunto livelli di adattamento e di mutazioni funzionali tali da rendere impossibile un tornare indietro. Eppure non sono fulmini a ciel sereno quelli arrivati dagli ultimi studi sull’apprendimento: la lettura su carta, appare molto più vantaggiosa per imparare. Una controrivoluzione sembrerebbe quella promossa da numerosi gruppi di ricerca, primo tra tutti quello formato dai neuroscienziati del Teachers Collage della Columbia University che, sull’imparare ad imparare, non sono certamente gli ultimi. I materiali cartacei, i vecchi quaderni, sussidiari, favole e letture, favoriscono la conservazione delle informazioni e non solo. In sostanza, sulla carta si impara meglio. Maggiore concentrazione, elaborazione, ricerca di informazioni. Anche le condizioni emotive appaiono più favorevoli con meno attivazione, spunti di ansia e distrattori: si resta più presenti e focalizzati. Viene definito paper advantage o screen inferiority effect. Senza arrivare a scomodare l’amico Edmondo con il vecchio e caro libro Cuore, le ricerche indicano e rivalutano gli usi dei materiali didattici su carta -e non solo libri- come forti catalizzatori dell’apprendimento. Una ricerca di supporto è stata sviluppata a livello europeo con risultati che hanno destato sorpresa e ripensamenti. Il 63% dei genitori e il 71% degli insegnanti europei, sono tifosi della carta e pensano che il ritorno a supporti cartacei sia utile e necessario. Chi resta scettico -come spesso avviene- sui dati delle ricerche può tranquillizzarsi, quella fatta da Focaldata e Api appare seria e utile. Ha coinvolto quasi 5.000 insegnanti e oltre 20.000 genitori con ragazzi dagli otto ai sedici anni. Il risultato più significativo: dinanzi a una pagina scritta, stampata su carta, si resta più attenti e coinvolti che dinanzi a uno schermo. Certo, nella Scuola italiana, confusa e contraddittoria tra norme e indirizzi poco omogenei, e soprattutto disorientata tra il “vecchio e il nuovo”, il tema è ancora più caldo e dibattuto con partigianerie che di ricerca scientifica hanno ben poco.
Per il dopo Befana 2025, ricca di giochi elettronici, Polly Pocket, cuccioli digitali e Eilik Blu, adorabile Robot, “Libri & Visioni” vuole proporre due bellissime letture per genitori e insegnanti, utili per conoscere i contenuti adatti all’infanzia e alla pre-adolescenza. Una sorta di riflessione articolata sui libri tradizionali e sui prodotti multimediali. Resta nostra convinzione che il tempo, la presa di distanza dalla prima lettura, le “esercitazioni”, fanno di un racconto, un potente ingrediente di crescita e di elaborazione del pensiero.
Per andare oltre il libro cartaceo: di Alessandra Mazzini e Angelo Nobile, Quale letteratura per l’infanzia? Marcianum Press.
Abbandonando quella stantia etichetta di “Nativi digitali”, che mente spudoratamente travisando la verità sulla formazione della personalità e del sistema nervoso centrale dei ragazzi, scegliamo: La qualità nelle narrazioni per l’infanzia. Un lavoro a più voci edito da Anicia.
Certamente l’integrazione e la variabilità, restano gli elementi più utili per facilitare riflessioni e apprendimenti. La lettura, declinata al digitale, non sostituisce il libro cartaceo ma ne diventa un complemento che apre nuovi fronti alla narrativa: alle storie, lette e rappresentate, che danno vita ai sogni di ragazze e ragazzi.