AGGRESSIONE AL DIRETTORE DEL CARCERE: RIFLETTORI ACCESI SULLA CRISI DEL SISTEMA PENITENZIARIO ABRUZZESE

Il grave e inquietante episodio avvenuto nei giorni scorsi che ha riguardato il direttore del carcere di Sulmona, Stefano Liberatore, aggredito fisicamente e minacciato da un detenuto, ha sollevato un’ondata di indignazione e riacceso i riflettori sulla situazione critica delle carceri abruzzesi.

La Federazione Sindacati Autonomi CNPP, per voce del segretario nazionale Giuseppe Merola, ha condannato fermamente l’accaduto, definendolo “un episodio aberrante che merita ogni impellente riflessione politica ed istituzionale”. Merola ha sottolineato l’urgenza di adottare misure immediate per tutelare la comunità penitenziaria, proponendo in primis il trasferimento dei detenuti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici. “Il personale non può essere continuamente esposto a rischi per la propria incolumità psico-fisica”, ha dichiarato.

Anche il presidente della Commissione regionale Vigilanza, Sandro Mariani, ha espresso piena solidarietà al direttore Liberatore e al personale del carcere. “Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di incresciosi episodi che certificano come la situazione sia ormai diventata insostenibile – ha affermato –. La politica deve accendere i riflettori su questa emergenza e mettere al centro la sicurezza di personale e detenuti”.

A queste voci si aggiunge quella di Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione, che ha dichiarato:
“L’aggressione al Direttore Stefano Liberatore presso la Casa Reclusione di Sulmona è l’ennesima testimonianza di una situazione insostenibile nelle carceri italiane, dove il personale lavora in condizioni precarie, tra carenze di organico e rischi per la propria incolumità. Voglio esprimere la mia solidarietà al Direttore Liberatore e a tutta la comunità penitenziaria che ogni giorno affronta una realtà lavorativa al limite.”

Sottanelli ha poi sottolineato: “Il carcere di Sulmona, come molti altri istituti, vive una condizione di spaventosa carenza del personale di Polizia Penitenziaria, una problematica che peggiora di giorno in giorno e che mette a rischio tanto la sicurezza degli agenti quanto il rispetto dei diritti dei detenuti. Già in passato ho sollecitato il Ministro Nordio, attraverso interrogazioni parlamentari, chiedendo interventi immediati per rafforzare gli organici e garantire standard di sicurezza adeguati, ma fino ad ora non si è visto alcun risultato concreto.”

“Non è più accettabile che la Polizia Penitenziaria debba sopportare turni insostenibili e un carico di lavoro ben oltre i limiti del possibile. La sicurezza delle carceri è una priorità che deve essere affrontata senza indugi con assunzioni straordinarie e misure organizzative adeguate. Eventi come quello di Sulmona dimostrano che non si può più aspettare,” ha concluso Sottanelli. “Occorre smettere con la propaganda e passare ai fatti: investire sulle risorse umane, migliorare le condizioni di lavoro e rendere le carceri luoghi in grado di garantire la sicurezza a chi vi lavora dentro.”

Le problematiche, legate a sovraffollamento, carenze di organico e condizioni di lavoro precarie, aggravano un sistema già sotto pressione. Gli operatori penitenziari chiedono interventi concreti e strutturali per garantire maggiore sicurezza e migliori condizioni di lavoro, riaffermando la necessità di trasformare questo momento di crisi in un’occasione per avviare un cambiamento radicale.

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