I GIOCOLIERI DELLA POLITICA AL CAPEZZALE DELLA CITTÀ

di Luigi Liberatore – Non possiedo quella velocità di riflessione e di replica che diciamolo chiaramente è l’elemento che fa la differenza tra il normale esegeta e il talento giornalistico. Ho bisogno, come tutte le persone normali e di buon senso, soprattutto di un tempo ulteriore per assimilare la velocità di intervento dei politici o aspiranti tali. Conosciamo ormai tutte le pieghe, perfino quelle più recondite e peraltro compassionevoli che hanno condotto in corteo funebre il rantolante tentativo di Gianfranco Di Piero di governare Sulmona. Capitolo chiuso con pietra tombale come quei debiti con la pubblica amministrazione che si concludono tra stato e malfattori alla faccia degli onesti cittadini. Ho preso più tempo, rispetto alla mia capacità reattiva, per riflettere sugli interventi di Etel Sigismondi e Daniele Marinelli, rispettivamente responsabili regionali per Fratelli d’Italia il primo, e per il partito democratico l’altro. Due le caratteristiche che accomunano i poli nelle loro dichiarazioni  rese nella immediatezza della caduta del sindaco di Sulmona: la velocità di intervento col “morto” ancora caldo e la univocita’ nel calare addosso ad Andrea Gerosolimo l’abito nero del killer. La peculiarità mostrata in questo senso non fa onore ad entrambi e fa capire che né  l’uno né l’altro conoscono bene Gerosolimo, un fantasma o uno spiritello che si diverte ad alimentare una leggenda oltre ogni immaginazione. Etel Sigismondi ha fatto sapere che l’apparato di centro destra (leggi di pura destra) sta al lavoro per un nerboruto progetto che può anche inchinarsi al civismo purché non abbia mai avuto a che fare con la politica. Come pensa di intervenire a Sulmona il buon Sigismondi, con un re travicello? La scuola di provenienza è mediocre. Ancora più sbiadita la presa di posizione di Daniele Marinelli, un perdente di successo ma con la faccia innocente che suscita una domanda: ma che ci sta a fare? Nella sua Castel di Sangro è stato preso a randellate dal sindaco e presidente della Provincia, Angelo Caruso, e per Sulmona ha emesso un balbettio dichiarando che si riparte da Gianfranco Di Piero contro la voracità del civismo, elemento dannoso per la città. Chissà da quale scuola politica escono Sigismondi e Marinelli. Alla Camilluccia o a Botteghe oscure non avrebbero nemmeno varcato la porta di ingresso. Un ultimo appunto: imparino prima la storia di Sulmona, prendano confidenza col territorio e solo allora possono sedersi per tracciare il futuro della città. Sempreché siano accolti.

2 thoughts on “I GIOCOLIERI DELLA POLITICA AL CAPEZZALE DELLA CITTÀ

  • Il signor Marinelli lo ricordiamo per la peggiore sconfitta della storia del pd in Abruzzo e non solo, Caruso vinse con ben l’85 % dei voti, siccome poi il Pd premia il merito lo hanno scelto come segretario regionale.
    Il merito dovrebbe essere chi fa bene

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