SULMONA, DIO SALVI LA GIOSTRA

di Luigi Liberatore – È troppo giovane per morire. Soprattutto per una manciata di euro e ancor più perché non c’è nulla di “cavalleresco” per cui smetta di esistere lasciando debiti insoluti. La Giostra cavalleresca di Sulmona batte cassa alla Regione che si era impegnata a devolvere il suo contributo per l’anno scorso, ovviamente non erogato, la quale, oltretutto, non ha fatto conoscere gli impegni finanziari per l’edizione di quest’anno. Strano, strano davvero. Che la Regione perda la faccia quotidianamente per le inadempienze di ogni tipo non rappresenta una novità, laddove questa circostanza è un aspetto risibile se messa a confronto coi problemi della sanità o del trasporto pubblico. Eppure questa Regione sa distinguersi per i contributi a pioggia, per mance e mancette a favore di bocciofile, centri culturali che nascono e muoiono nel tempo di una farfalla o di team del gioco a dama. Io non avrei avuto il volto sereno che ha mostrato il presidente della Giostra nel  denunciare questi fatti attraverso la tg3 Abruzzo il cui servizio televisivo una volta tanto e in maniera significativa ha saputo distrarsi dal suo cliché total giudiziario. Probabilmente Maurizio Antonini deve possedere ragioni che noi non conosciamo per essere tranquillo, tuttavia ce ne sono altre per temere qualche colpo gobbo. Per natura sono diffidente e in parte pessimista, e queste caratteriali deformazioni soprattutto professionali mi inducono a pensare che il silenzio della Regione non nasconda problemi di cassa. La faccia l’ha già perduta, tuttavia Sulmona è commissariata e in primavera si tornerà al voto. Vuoi vedere che sotto sotto ogni problema troverà adeguata soluzione fra qualche mese, a giochi politici consolidati? La città di Sulmona è una città di prestigio non solo nel firmamento cultural-turistico regionale;  rappresenta un bastione da conquistare, da annettere al sistema tra le cui spire muore giorno dopo giorno la libertà. Dio salvi la Giostra. Meglio, Sulmona salvi se stessa!