UNA PARTITA A SCACCHI

Sulmona non è nuova a situazioni di questo genere. Dal 2001, infatti, quattro sindaci su cinque hanno cessato le loro funzioni prima della scadenza naturale. Pietro Centofanti, Franco La Civita, Fabio Federico e Peppino Ranalli hanno chiuso la loro esperienza anticipatamente, l’unica a portare a termine il proprio mandato è stato l’ultimo sindaco, Anna Maria Casini. In tutti questi casi furono le dimissioni contestuali dei consiglieri a decretare la fine della consiliatura, segnale evidente di una città inquieta, che perfino Capograssi definiva “strana”. Tuttavia, questa volta pare non ci siano le condizioni per chiudere anticipatamente la consiliatura poiché Di Piero, Nannarone e Masci, pur se su posizioni diverse, hanno fatto intendere che non si dimetteranno. Di Piero ha sfidato i consiglieri a sfiduciarlo attraverso le dimissioni e Masci e Nannarone hanno fatto intendere di non essere favorevoli alle dimissioni, auspicando che sia il sindaco a farlo. È una situazione paradossale. Da una parte c’è un sindaco che non ha più i numeri per andare avanti ma, in modalità muro di gomma, va avanti ugualmente; dall’altra due consiglieri comunali che non intendono appoggiarlo ma neanche assumersi la responsabilità di dimettersi per decretare la fine di una esperienza iniziata male e finita peggio. Nel mezzo una città che aspetta quella che si può definire una partita a scacchi tra Di Piero, Nannarone e Masci. Una città in ginocchio che negli ultimi tre anni ha perso oltre mille abitanti e che, cosa ancora più grave, rischia di perdere il cuore del suo sistema lavoro con la chiusura della Magneti Marelli. Una città che di tutto avrebbe bisogno tranne di un sindaco senza maggioranza e di consiglieri senza coraggio, d’altronde come diceva il Manzoni nei Promessi Sposi il coraggio se non ce l’hai mica te lo puoi dare. E pensare che quando l’amministrazione guidata da Peppino Ranalli terminò con largo anticipo il suo mandato, Gianfranco Di Piero (allora consigliere comunale) non esitò a dimettersi. Ma allora… non era il sindaco della Città!!!

One thought on “UNA PARTITA A SCACCHI

  • Concordo con Capograssi.
    La nostra è una strana città; bella, ma strana. Il fatto che raramente si riesca a portare a termine una sindacatura la dice lunga sulle reali intenzioni dei nostri rappresentanti pokitici locali di ogni epoca più orientati a sfasciare che a costruire qualcosa di buono per la città.
    Non ci sorprendiamo quindi se Sulmona perde abitanti e con loro tante, troppe opportunità.
    Abbiamo imparato a conoscere perfettamente i mandanti impuniti di questo crimine…

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