COGESA: NUOVE OMBRE SUL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO
L’approvazione del bilancio consuntivo 2023 da parte di Cogesa getta ulteriori dubbi sulla sostenibilità del piano di ristrutturazione del debito, già approvato dal tribunale per evitare il fallimento. Nonostante il buco in bilancio di circa 1,4 milioni di euro, la decisione di utilizzare le riserve di capitale per coprire le perdite, senza richiedere esborsi aggiuntivi ai Comuni soci, solleva interrogativi sul futuro della partecipata e sulla possibilità di una sua vendita a condizioni svantaggiose.
La scelta di ricorrere alle riserve di capitale non è priva di conseguenze. La riduzione del valore dell’azienda potrebbe rappresentare un primo passo verso una cessione a prezzi ribassati, eventualità tutt’altro che remota secondo l’amministratore unico Nicola Sposetti, che non ha nascosto le criticità legate al piano di ristrutturazione. L’assemblea di ieri, infatti, ha approvato il bilancio, ma ha evidenziato un altro ostacolo: l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione di 480mila euro prevista nel piano.
NODI NORMATIVI E CONSEGUENZE SUL PIANO
Come segnalato dal sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, e dal Comune di Pratola Peligna, che hanno votato contro il consuntivo, la norma del Tusp (Testo unico sulle società partecipate) vieta di effettuare aumenti di capitale o trasferimenti straordinari per società che abbiano utilizzato riserve disponibili per coprire perdite di bilancio. Il comma quinto dell’articolo 14 del Tusp è chiaro: solo in casi di pericolo imminente per l’ordine pubblico o la salute, e previa autorizzazione del Presidente del Consiglio dei Ministri, è possibile derogare a tale disposizione.
Questa limitazione rischia di compromettere ulteriormente il piano di risanamento, già gravato da altre incertezze, come i 1,2 milioni di euro legati agli sgravi del decreto Sud che l’Inps non intende riconoscere e i crediti vantati verso i Comuni soci per quasi 4 milioni di euro, molti dei quali difficilmente esigibili.
PROSPETTIVE FUTURE
In uno scenario già complesso, l’assenza della ricapitalizzazione rappresenta una vera e propria tegola sul piano di ristrutturazione. La situazione richiede decisioni rapide e condivise tra i soci per scongiurare il rischio di una svendita della società o, peggio, un tracollo finanziario. L’attenzione ora è rivolta al governo e alle eventuali misure straordinarie che potrebbero essere adottate per salvaguardare una realtà strategica per il territorio.
Nel frattempo, la fiducia nella capacità di Cogesa di uscire dalla crisi vacilla, lasciando spazio a un futuro incerto per la partecipata e per i Comuni che ne dipendono.