MARELLI, IL SINDACO DI PIERO SI SPORCA (FINALMENTE) LE MANI

di Luigi Liberatore – Si racconta che Giorgio La Pira, al suo primo mandato come sindaco di Firenze, scongiurò col suo coraggio il licenziamento di 1750 operai del “Pignone”, mettendosi alla testa degli operai stessi nei giorni dell’occupazione e cercando consenso ad altissimi livelli per il salvataggio dell’azienda metallurgica che in quel 1954 era povera di commesse. Si dice ancora che quel geniaccio di La Pira si recasse dal ministro Amintore Fanfani dicendogli: “Stanotte ho sognato la Madonna che mi ha consigliato di venire da te perchè lei ti conosce e sa che puoi salvare la fabbrica”. Al che Fanfani, da arguto fiorentino, rispose: “Ma io la Madonna non la conosco”. “Tu no, ma lei sì” replico La Pira, cosicchè da questo scambio paranormale il “Pignone” riprese la produzione consacrando l’immagine di La Pira come sindaco “santo”. Lo so che il prologo è lungo e fastidioso, ma devo ringraziare il sindaco di Sulmona, Gianfranco di Piero, di avermi concesso questo tuffo nei ricordi peraltro coincidenti con il caso della Marelli. Le dimensioni sono ridotte, ma quando si parla di licenziamenti, e per la Valle peligna quasi cinquecento famiglie senza reddito aprono la porta della desertificazione territoriale, per cui l’iniziativa del sindaco di Sulmona di convocare ad un tavolo di discussione operai, sindacati, senatori e deputati per il 20 dicembre mi è sembrato un “miracolo”. Un miracolo nel senso che Gianfranco Di Piero ha preso la vivacità che un sindaco di una città come Sulmona deve possedere, cioè ancora che Di Piero ha finalmente capito che in politica bisogna sporcarsi le mani, laddove sporcarsi coincide nell’affondare le mani nei bisogni della gente, andare ai cancelli delle realtà produttive in difficoltà ed abbracciare anche fisicamente le persone in difficoltà. Mi piace pensare che Gianfranco Di Piero abbia preso confidenza con questo mondo, che la “pratica” Marelli gli possa servire anche in seguito per tralasciare magari gli agi della poltrona e delle scartoffie che saranno pure utili ma che non fanno girare l’economia. Penso che il sindaco di Sulmona, con questa iniziativa, ha pure l’opportunità di vagliare la sostanza e lo spessore di cui sono costituiti i nostri rappresentanti politici a più alto livello, se siano cioè capaci davvero di incidere col loro peso su una vicenda tragica per centinaia di famiglie, o siano solo personaggi in giacca e cravatta col titolo di onorevoli. Bene. Per il “Pignone” si inneggiò a La Pira come al sindaco santo. Se si salva la Marelli, beh! un processo di beatificazione si può sempre istruire per il redivivo Di Piero.  

2 thoughts on “MARELLI, IL SINDACO DI PIERO SI SPORCA (FINALMENTE) LE MANI

  • Un sindaco con gli attributi andrebbe di corsa a Roma a farsi ricevere direttamente da Giorgina invece di stare a perdere tempo..

  • Come con il Cogesa, almeno che non abbia un chiaro piano attuabile velocemente, il destino è segnato.
    Le parti politiche sono inutili e divisive e gli amministratori inetti per ora. Però continuano a percepire i loro salari senza alcuna responsabilità o rispetto.

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