AUTONOMIA DIFFERENZIATA “RIFORMA INGIUSTA”: IL PD SI MOBILITA
Grande partecipazione ieri al circolo del Partito Democratico di Sulmona, dove cittadini e amministratori si sono ritrovati per discutere il tema dell’autonomia differenziata. Un confronto reso vivace dalla presenza di ospiti d’eccezione che hanno affrontato la questione da prospettive diverse.
L’incontro, aperto dal coordinatore cittadino del Pd Teodoro Marini e moderato da Guido Angelilli, ha visto gli interventi di Luciano D’Amico, consigliere regionale e professore; Fabrizio Politi, ordinario di Diritto Costituzionale; Francesco Marrelli, segretario Cgil L’Aquila; Aldo Ronci, economista e studioso; e il senatore Michele Fina.
RIFORMA CONTESTATA
Numerosi gli spunti di riflessione emersi, con particolare attenzione ai limiti della riforma voluta dalla Lega, che interpreta in modo distorto il concetto di autonomia previsto dalla Costituzione. Tale concetto, come sottolineato dai relatori, deve sempre rispettare il principio di unitarietà nazionale e i limiti imposti dalla forma di Stato.
Al centro del dibattito, la recente sentenza della Corte costituzionale che lo scorso 14 novembre ha bocciato in più parti la legge 86 del 2024, nota come Legge Calderoli, per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Le 109 pagine di motivazioni, esaminate con attenzione durante il convegno, segnano una storica revisione della materia regionalistica, ridefinendo molti aspetti della riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001.
I giudici hanno evidenziato come quella riforma, accolta con poca consapevolezza dall’opinione pubblica e caratterizzata da una bassa affluenza al referendum, abbia prodotto più problemi che soluzioni.
RUOLO DEL REFERENDUM
La sentenza della Consulta solleva interrogativi sulla necessità di un referendum per cui, negli ultimi mesi, sono state raccolte oltre un milione di firme in tempi record. Spetterà ancora una volta alla Corte costituzionale stabilire se questo passo sarà obbligatorio.
MOBILITAZIONE DEL PD
Quel che è certo è che il Partito Democratico non intende restare a guardare. Come sottolineato durante il dibattito, la riforma Calderoli rischia di acuire le disuguaglianze tra le regioni ricche e quelle più povere, colpendo in particolare il Mezzogiorno e le aree interne come l’Abruzzo. “Questa riforma è ingiusta e inaccettabile – hanno dichiarato gli esponenti del Pd – e siamo pronti a mobilitarci per contrastarla in ogni sede”.
L’incontro si è concluso con un appello all’unità e all’impegno, affinché la battaglia per un’autonomia equa e rispettosa del dettato costituzionale sia una priorità condivisa da tutte le forze politiche e sociali.