STORIE ITALIANE
di Massimo Di Paolo – Note diverse per storie lontane quelle che si sono ascoltate in questi giorni nel mondo della musica e della Cultura. Era il 1860 quando un maestro profumiere francese creò il primo cosmetico con carbone e vaselina, si chiamava Eugene Rimmel. Appena 115 anni dopo – eravamo nel 1975 – un giovane di ventiquattro anni, pubblicava in Italia un vinile che avrebbe fatto la storia nella musica impegnata dei cantautori nostrani. Si chiamava Francesco De Gregori e il pezzo, che diede il titolo all’album, era Rimmel.
Francesco De Gregori – Rimmel (Official Audio)
Non parlava di cosmetici, ma del viso segnato di una giovane ragazza incontrata per caso, di notte: rimmel e lacrime; lacrime rimmel e dolore il tema della canzone. Si festeggiano i quaranta anni trascorsi da quando, la RCA italiana, pubblicò quel pezzo che diede il titolo a una delle raccolte più ascoltate, riflettute, interiorizzate, della musica impegnata degli anni settanta-ottanta. Tra il radical chic e l’impegno sociale, tra i parolai di sinistra e i movimenti romantico-rivoluzionari. Il marketing si reggeva sul passa-parola: dai gruppi occasionali di giovani alle “commune” dei centri sociali; dalle scuole alle piazze delle università; dai movimenti studenteschi a quello che rimaneva delle associazioni rivoluzionarie. Roba buona era, per atmosfere intime e raccolte: senza prevendite su Ticketone.
Botteghini assediati da mesi, palco stratosferico, 16.000 gli spettatori assembrati in una delle piazze più belle d’Italia. Napoli in festa, tra operazione commerciale riuscitissima, format di livello: contro-corrente per scelte, organizzazione e politica dello spettacolo. Non si è cantato Pablo, Buonanotte Fiorellino, Lisa dagli occhi blu o cose simili: la storia è un’altra come è giusto che sia. Cinque dicembre 2024, Finale di “X Factor”, Piazza del Plebiscito evento da grandi occasioni. Le pagine della stampa, i social, i quotidiani online non hanno perso battuta e nulla è stato smarrito. La comunità streaming reclutata tutta per la notte dei talent. Al di là delle riflessioni da musicologhi, la verità può apparire altra.
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Ha vinto il Mediterraneo: un mare antico, crocevia di cultura, etnie e contaminazioni. Lo ha rappresentato una giovane adolescente di 17 anni dalla pelle colore dell’ebano, un misto di disincanto giovanile e talento extraterrestre. Mimi’ Caruso una rivelazione. Ha trasmesso, a tutti i ragazzi che cercano la propria strada, una speranza con un modello fatto di semplicità, di concretezza e lavoro duro, persistente, contro gli stereotipi borghesi e contro quella “cultura alta” fraudolenta e viziata. Ha vinto per merito e per simbologia. Per merito: perchè se a 17 anni si riesce a cantare Strange Fruit di Billie Holiday come ha fatto Mimì, significa che nel suo perimetro è una fuoriclasse.
Mimì dirige le emozioni con la sua voce sulle note di “Strange Fruit” | X FACTOR 2024 SEMIFINALE
Per simbologia: perchè il suo viso, la sua pelle, la sua figura è figlia di quel Mediterraneo che accoglie l’Italia tutta. È figlia di quella napoletanità che per timbro, sound, armonie e ritmicità l’ha abbracciata senza se e senza ma. È stato un trionfo non solo di un’adolescente che sta sbocciando alla vita adulta ma è stato molto altro. I bacchettoni che guadavano altrovecon ghirigori razionali ora: ora dovrebbero tacete. Il palco, la scena, il contesto i significati hanno rifiutato i risotti allo zafferano – più adatti a festeggiare Sant’Ambrogio – e rappresentati da qualche altro concorrente;come pure non c’è stato spazio per certe copiature rock proposte e, men che mai, per certi isterismi che “guardavano alto” cercando di rappresentare quel filone balcanico alla Goran Bregović.
La musica dice tante cose, due i messaggi che scegliamo tra i tanti che “X Factor” 2024 ci ha lasciato: si può essere artisti evitando sovrastrutture e rimanendo quello che si è; si può nascere lontano, abitare la Brianza, splendere come ebano ed essere italiani. Ma si sa, l’arte, la musica, lo sport sono divisivi: noi di “Libri & Visioni” abbiamo tifato da subito per Mimì Caruso e ne siamo contenti.
Per fortuna che ci sono queste di storie tra le tante che hanno altro colore e altri effetti. Una grande opportunità per i giovani X Factor che andrebbe sostituito alla plageria di Sanremo che di urtile, spontaneo e bello ormai ha ben poco.
Complimenti per il taglio dato.
Pezzo veramente interessante e fuori dagli schemi. Molto bello veramente. Quando la stoffa è buona ….
Bella, brava, ma non dimentichiamoci della nostra Fabrizia, anche su questo giornale non se ne parla dal un mese circa, mentre oggi si è celebratala VI edizione con la premiaazione del premio che porta il suo nome.
Bellissimo!
Complimenti