SULMONA, ANCORA TELEFONI DIETRO LE SBARRE: 71 DISPOSITIVI SEQUESTRATI NEL 2024
Un altro telefono cellulare è stato rinvenuto all’interno del carcere di massima sicurezza di Sulmona. Questa volta, il dispositivo era nascosto nei cestini della spazzatura e a scoprirlo sono stati i baschi blu durante i controlli di routine. Il ritrovamento ha portato al sequestro immediato, su disposizione della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo per indagare sulla provenienza del dispositivo e sul suo utilizzo da parte dei detenuti.
Si tratta dell’ennesimo caso che mette in luce un problema sempre più preoccupante. Solo a fine ottobre erano stati sequestrati dieci telefoni cellulari, mentre il totale dei dispositivi scoperti dall’inizio dell’anno sale a 71. Numeri allarmanti, che evidenziano la facilità con cui i detenuti riescono a ottenere strumenti di comunicazione non autorizzati, potenzialmente pericolosi per la sicurezza interna ed esterna della struttura.
Le organizzazioni sindacali continuano a chiedere interventi più incisivi, come la schermatura della struttura penitenziaria, una misura già all’esame del Ministero della Giustizia. Il carcere di Sulmona è infatti sotto la lente d’ingrandimento dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, che ha evidenziato possibili contatti telefonici esterni tra i detenuti e la criminalità organizzata.
A rilanciare l’allarme è stato, nei giorni scorsi, il sindacalista Mauro Nardella. “Si pone un problema di gestione della sicurezza, visti i continui contatti telefonici esterni dei reclusi”, ha dichiarato, sollecitando azioni immediate per limitare l’ingresso e l’utilizzo di dispositivi non autorizzati.
Nel frattempo, proseguono i lavori per la realizzazione di un nuovo padiglione che dovrebbe ospitare altri 200 detenuti. L’apertura della struttura è prevista per la prossima primavera, salvo imprevisti. Tuttavia, senza misure adeguate per contrastare fenomeni come l’introduzione di telefoni cellulari, il problema della sicurezza rischia di aggravarsi con l’aumento della popolazione carceraria.
Il caso di Sulmona rappresenta uno spaccato di una questione più ampia che interessa molte carceri italiane, dove il controllo delle comunicazioni dei detenuti rimane una sfida cruciale per la sicurezza nazionale.