GLI STUDENTI DEL DE NINO-MORANDI IN PIAZZA: “DIECI ANNI SENZA UNA SEDE, BASTA PROMESSE”
Oltre 70 studenti del De Nino-Morandi di Sulmona sono scesi in piazza oggi per chiedere la riapertura della loro scuola, chiusa esattamente dieci anni fa, il 17 ottobre 2014, a seguito di lavori post-sisma giudicati erronei. Un lungo decennio di attese e promesse non mantenute, segnato dalla recente prescrizione per i sette imputati coinvolti nell’inchiesta, e dall’assenza di interventi concreti per restituire una sede stabile agli studenti.
“Ci sentiamo trattati come nomadi, senza un luogo fisso dove poter studiare”, hanno detto Federico Valentini e Megan Muca, portavoce degli studenti, durante la manifestazione organizzata dal comitato presieduto dall’ex docente Franco D’Amico. Gli studenti, stanchi di una situazione ormai insostenibile, hanno manifestato il loro disagio per i numerosi problemi della sede provvisoria di viale Mazzini, che li accoglie da settembre 2022: assenza di una segreteria autonoma, connessione wifi instabile che compromette i laboratori, e spazi inadeguati per l’attività sportiva.
Ma il grido di protesta degli studenti non è rimasto isolato. Al loro fianco c’erano anche cittadini, commercianti e figure istituzionali. La pizzeria del quartiere, aperta proprio nel 2014, ha appeso un cartello di solidarietà; l’avvocato Elisabetta Bianchi ha proposto al consiglio comunale di adottare una risoluzione d’urgenza per sbloccare la situazione.
In prima linea anche l’ex sindaco Peppino Ranalli, che ha ricordato il drammatico giorno della chiusura dell’istituto: “Ci opponemmo con tutte le forze. Fu una giornata terribile per la città. Ora chiedo all’attuale sindaco di agire rapidamente, di accelerare il processo di riapertura con la Provincia”.
L’attuale sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, ha raccolto l’invito: “Ho già sollecitato un incontro urgente con il Prefetto. L’istruzione è un diritto, e su questo dobbiamo fare fronte comune. Senza istruzione non c’è progresso”.
Anche i docenti del De Nino-Morandi si sono uniti alla protesta. Paola Creati, una delle insegnanti, ha espresso tutto il suo disappunto: “Non possiamo accettare che chi sbaglia non paghi le conseguenze. Chiedo alla politica di tradurre le parole in azioni. È inaccettabile continuare a prendere in giro questi ragazzi”.
Franco D’Amico, ex docente e oggi leader del comitato di protesta, ha concluso con parole dure: “Non ci accontentiamo più delle promesse. Vogliamo vedere i fatti. Dopo dieci anni di lotte, oggi, grazie alla forza degli studenti, sento la determinazione di andare avanti fino a quando non vedremo quei cancelli finalmente riaperti”.
Incremento di 8 iscritti in più !!! Sic
Totale 70 ! Sic
I conti veri devono essere fatti altro che ricrescita ecc ecc
la scuola e’ diventata materiale elettorale una vergogna e Di Piero ruba subito la coccarda
Oltre 100.000 euro la spesa pubblica annua per mantenerla a S.Antonio!!
Con spazi vuoti in altre sedi senza laboratori palestre in spazi ristretti destinati a uffici questo è non altro !
Ma tu fa brodo in politica !
Mi sembra una struttura per 700 studenti non 70 .
Siamo sicuri che qualcuno non abbia altre idee o interessi per quel sito ?
E non sono neache riusciti ad organizzare le malefatte come si deve.