SULMONA: REFEZIONE SCOLASTICA ANCORA FERMA, FAMIGLIE E SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA
La protesta per il mancato avvio del servizio di refezione scolastica nelle scuole cittadine potrebbe intensificarsi, passando dalle mense scolastiche ai tavoli della Prefettura. Ieri, nonostante i numerosi tentativi, la situazione è rimasta irrisolta. Oggi viene indicata come giornata decisiva da Palazzo San Francesco, dove amministratori e impiegati comunali stanno lavorando per risolvere il problema entro l’11 ottobre, termine fissato dal Comune per la regolarizzazione del centro di cottura da parte della ditta Rico di Somma Vesuviana, vincitrice dell’appalto. Tuttavia, a meno di 48 ore dalla scadenza dell’ultimatum, non si intravede ancora una soluzione.
Le famiglie degli alunni continuano a vivere un disagio crescente, minacciando possibili azioni di protesta, mentre le organizzazioni sindacali monitorano la situazione da vicino. Secondo Andrea Frasca della Cgil, il mancato avvio del servizio non rappresenta solo un problema logistico, ma ha anche rilevanti implicazioni sociali e occupazionali. I lavoratori coinvolti nel servizio di refezione scolastica sono attualmente sospesi, e i sindacati richiedono risposte concrete dall’amministrazione comunale. In assenza di una data certa per l’avvio del servizio, prevista entro l’11 ottobre, i sindacati sono pronti a rivolgersi al Prefetto per tutelare i diritti occupazionali dei lavoratori coinvolti.
Nel frattempo, i novecento alunni delle scuole primarie e secondarie devono adattarsi alle direttive stabilite dai singoli istituti, che consentono di portare il pasto da casa, ma con una serie di restrizioni per garantire la sicurezza alimentare: posate senza coltello, porzioni monodose, tovagliette personali e sacchetti separati per il trasporto del cibo, che deve essere portato in classe al mattino. Per i bambini delle scuole materne, invece, la gestione del pasto fai da te è considerata troppo complessa, lasciando queste famiglie senza alternative.
La ditta aggiudicataria dell’appalto aveva inizialmente proposto un ristorante di Bugnara come centro di cottura, rivelatosi poi inadeguato. Ora sta tentando di utilizzare la clinica San Raffaele, dove già fornisce servizi di refezione, ma la fattibilità di questa soluzione è ancora in fase di verifica.